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Omicidio Pamela Mastropietro: Oseghale condannato all'ergastolo

pamela mastropietro

E' stato condannato all'ergastolo Innocent Oseghale, giudicato colpevole dell'omicidio di Pamela Mastropietro e dell'occultamento del cadavere.

Ergastolo. E’ la condanna definitiva inflitta al pusher nigeriano Innocent Oseghale per l’omicidio e l’occultamento di cadavere della 18enne Pamela Mastropietro. La sentenza definitiva, che oltre all’ergastolo prevede l’isolamento diurno per 18 mesi, è stata pronunciata dai giudici della Corte d’Assise di Macerata, dopo cinque ore di camera di consiglio. Inoltre l’accusa di violenza sessuale è stata assorbita dalle aggravanti. Pamela è stata vista per l’ultima volta il 29 gennaio 2018 e poco dopo venne uccisa a Macerata; il suo cadavere venne ritrovato in due trolley. Era stato fatto a pezzi e pulito con l’ammoniaca. Innocent Oseghale era l’unico imputato: l’accusa a suo carico, oltre all’omicidio, era di vilipendio di cadavere e violenza sessuale. Tra il pubblico, mentre i giudici leggevano la sentenza, erano presenti i parenti e gli amici della ragazza che hanno applaudito; i genitori di Pamela si sono abbracciati e la mamma ha dichiarato, “Giustizia è fatta, ora tocca agli altri”.

Pamela uccisa con coltellate al fegato

La tesi accusatoria è stata ribadita, nel corso dell’udienza conclusiva, dal pm Stefania Ciccioli, sottolineando che la 18enne è stata colpita dalle coltellate al fegato dopo un rapporto sessuale e quando la giovane era ancora viva. Il rapporto sarebbe avvenuto inoltre in uno stato di inferiorità, poichè la ragazza era stordita dall‘assunzione di eroina. Avrebbe cercato di fuggire dalla mansarda dell’edificio in via Spalato 124 graffiando Oseghale ma l’imputato l’avrebbe colpita e accoltellata a morte. Il decesso è avvenuto, secondo i medici legali, per uno shock emorragico legato alle ferite al fegato. Il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio ha dichiarato che l’imputato ha strumentalizzato Pamela “come un giocattolo” aggiungendo che la violenza sulle donne “non è perdita temporanea della ragione, ma un tentativo di riaffermare l’ordine in cui l’uomo è padrone e che non può essere disconosciuto; quando Pamela voleva andarsene, lui ha riaffermato la sua ‘signoria e ha liquidato la nostra ragazza”. Secondo quanto sostenuto dall’avvocato Simone Matraxia invece Oseghale non avrebbe nè ucciso nè stuprato la Mastropietro, facendo riferimento alla mancanza di certezze medico legali in merito alla vitalità delle coltellate sulla 18enne e ai dubbi sollevati dal proprio consulente in merito alle conclusioni del prof. Mariano Cingolani, l’esperto indicato dall’accusa.