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Napoli, abusata e uccisa a soli sei anni: la tragica storia di Fortuna

fortuna loffredi

Il 24 giugno 2014 la piccola Fortuna venne uccisa dopo aver tentato di ribellarsi dal''ennesima violenza sessuale.

Una storia raccapricciante che non può non lasciare senza parole. Una storia di degrado e di violenza inaudita quella della piccola Fortuna Loffredo, la bambina di soli sei anni che il 24 giugno 2014 fu uccisa dopo essere stata scaraventata dal balcone dell’ottavo piano delle palazzine popolari del rione ‘Parco verde’ di Caivano.

Un omicidio quello della piccola bimba che riuscì a sconvolgere l’intera nazione e a drizzare le antenne di tutti verso un mondo costellato da abusi e violenze che tutti hanno sempre voluto ignorare. La cittadina di Caivano, situata in provincia di Napoli, è dagli anni ’80 che sopravvive ad una situazione assurda e difficile da capire a pieno. I bambini fin dai 5 anni sono utilizzati per impacchettare dosi e per progettare scambi nel mondo della droga. Non è tutto qui, le bambine, fin dalla tenera età, sono schiave dei padri e dei patrigni, costrette ad essere abusate senza possibilità di ribellarsi. Anche le madri chiudono gli occhi, incapaci di potersi ribellare ad un sistema che così le vuole.

La storia di Fortuna

Nel pieno dei 24 giugno 2014 gli inquilini dell’isolato 3 dei casermoni verdi di Caivano sentono un boato fortissimo, come un grosso pacco che cade a terra dopo metri e metri di vuoto. A cadere, però, è la piccola Fortuna Loffredo. La bambina di soli sei anni, dopo aver tentato di ribellarsi dall’ennesimo abuso sessuale, fu infatti scaraventata dall’ottavo piano del palazzo, schiantandosi rovinosamente sul cemento della strada. I medici intervenuti non hanno speranze, la situazione è tragica: pochi minuti dopo lo schianto sono obbligati a dichiararne il decesso.

“E’ bastato poco per capire che si trattava di abusi reiterati nel tempo. Abusi avvenuti non nelle ultime 24 ore di vita della piccola ma che andavano avanti da almeno un anno e che avevano causato una situazione talmente grave che per classificarla non è stato necessario ricorrere ai protocolli di classificazione elaborati dalle università che solitamente usiamo. Si vedeva a occhio nudo. Ho quarantasei anni di attività e non ho mai visto uno scempio tale su una bambina e noi periti intendiamo abusi tutt’e quello che penetra nel corpo di una vittima. Per le violenze subite, Fortuna soffriva di incontinenza fecale”, ha spiegato il ginecologo che ha analizzato il corpo della piccola.

L’arresto di Caputo

Dopo anni di perizie e di indagini, il 28 aprile 2016 le forze dell’ordine procedono con l’arresto di Raimondo Caputo. L’uomo sarebbe il responsabile dei numerosissimi abusi subiti dalla piccola e dell’omicidio. Non solo, secondo l’inchiesta Caputo sarebbe responsabile di altri abusi sessuali su minorenni, tra cui anche le figlie della compagna.

L’uomo ha cercato di togliersi la vita senza riuscirci durante il periodo in carcere. Anche la compagna Marianna Fabozzi ha tentato il suicidio. Infatti, la donna è stata anch’essa incarcerata per aver coperto le violenze del proprio compagno sulle minorenni.