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Truffa milionaria a Caserta, arrestati ex primario e la moglie

abortisce per paura

Truffa milionaria ai danni della sanità pubblica a Caserta. In manetta ex primario, la moglie e un'infermiera loro complice.

Finito in manette l’ex primario di patologia clinica dell’ospedale di Caserta, insieme alla moglie. Secondo quanto stabilito dalle indagini dei Nas, infatti, il dottor Costanzo, in pensione da un anno, insieme alla moglie ha architettato una truffa milionaria ai danni del sistema sanitario pubblico, approfittando del ruolo di dirigenza che ricopriva. Costanzo avrebbe in particolare scaricato sulle spese dell’ospedale le spese del laboratorio Sanatrix, di proprietà della moglie. I due avrebbero potuto contare sulla complicità di un’infermiera, Angelino Grillo, anche lei arrestata. In cambio dell’aiuto alla coppia si sarebbe fatta offrire viaggi a Capri e Ischia, ma si sarebbe anche fatta dare del denaro con il quale avrebbe provato a corrompere un ufficiale dell’Esercito affinchè consentisse al figlio di superare il concorso per l’accesso nelle forze armate, come riporta Il Mattino.

Truffa milionaria a Caserta

Le indagini sono state coordinate dalla Procuratore Aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Antonio D’Amato, e condotte dai carabinieri del Nas. Emerso anche il coinvolgimento di alcuni rappresentanti di ditte fornitrici dell’ospedale di Caserta, che in cambio di mazzette e viaggi pagati, avrebbero attestato, a carico dell’ospedale, forniture destinate in realtà al laboratorio della moglie di Costanzo. Il danno erariale procurato al Sant’Anna e San Sebastiano sarebbe stato stimato in 1 milione e 800 mila euro.

Marito e moglie ai domiciliari

Tutto sarebbe partito da alcune intercettazioni del fratello della moglie, Pasquale Scotti. Quest’ultimo, parlando con la donna e con il cognato aveva fatto menzione al giro d’affari oggetto dell’ordinanza. Le verifiche riguardano un periodo che va dal 2015 al 2017, mentre la struttura ospedaliera era commissariata per camorra. Dagli accertamenti delle forze dell’ordine è emerso che in quel lasso di tempo, il 10% delle analisi fatte risultare a carico dell’ospedale erano eseguite in realtà per conto del laboratorio della Scotti. Per la coppia sono stati valutati gli arresti domiciliari, mentre l’infermiera è finita in carcere.