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Caso Bibbiano, sentenza della Cassazione: "Nessun elemento concreto"

sindaco bibbiano

Depositate le motivazioni della sentenza della Cassazione sul caso Bibbiano: "Inesistenza di comportamenti concreti" da parte del sindaco Carletti.

“Accuse infondate” per mancanza di “comportamenti concreti” di inquinamento probatorio per il sindaco Andrea Carletti; sono queste le motivazioni scritte nella sentenza della Corte di Cassazione sul caso Bibbiano che il 3 dicembre 2019 ha annullato la misura cautelare precedentemente imposta a Carletti. Secondo la sentenza del 14 gennaio dunque, non vi erano “elementi concreti” di reiterazione dei reati tali da imporre l’obbligo di dimora nei confronti del primo cittadino di Bibbiano.

Caso Bibbiano: la sentenza della Cassazione

Carletti, sindaco del Pd che si era autosospeso dal suo stesso partito a seguito dell’inchiesta, era accusato di abuso d’ufficio e falso per aver concesso l’uso di alcuni locali del comune di Bibbiano per le sedute di psicoterapia infantile della onlus Hansel e Gretel, implicata nella cosiddetta inchiesta “Angeli e Demoni” sugli affidamenti illeciti nel territorio della Val d’Enza.

Commentando il rischio di inquinamento probatorio, i giudici hanno poi evidenziato come la sentenza dello scorso 20 settembre (che revocava a Carletti gli arresti domiciliari confermando tuttavia l’obbligo di dimora) non fosse basata su un reale rischio di compromissione delle indagini. Secondo la Cassazione infatti, il Tribunale del Riesame di Bologna pur ammettendo l’inesistenza di concreti comportamenti posti in essere dall’indagato, ne ha contraddittoriamente ravvisato una possibile influenza sulle persone a lui vicine nell’ambito politico amministrativo per poi inferirne, astrattamente e in assenza di specifici elementi di collegamento storico-fattuale con la fase procedimentale in atto, il pericolo di possibili ripercussioni sulle indagini”.

Anche il paventato rischio di reiterazione del reato risulta dalla sentenza di natura meramente congetturale. Lo stesso Carletti aveva commentato lo scorso 3 dicembre la sentenza della Cassazione con le seguenti parole: “Con calma e con gradualità riprenderò il cammino in Comune interrotto lo scorso 27 giugno, lo farò anche per tutti quelli che alle ultime elezioni mi hanno espresso la fiducia. È un periodo che difficilmente dimenticherò, durante il quale ho toccato da vicino il significato vero, profondo della parola libertà”.