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Corteo funebre per il fratello del boss, bufera sul sindaco di Messina

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È polemica sul sindaco di Messina Cateno De Luca, che non avrebbe preso provvedimenti nei confronti del corteo funebre del fratello di un boss.

Il sindaco di Messina Cateno De Luca è finito di nuovo sotto i riflettori, ma questa volta non per le sue intemperanze di fronte alle telecamere – come quando bloccò l’accesso alla città in piena emergenza coronavirus – bensì per aver autorizzato quello che in molti definiscono il trasporto della salma di Luigi Sparacio, fratello del boss mafioso Rosario Sparacio, in quello che molti definiscono un vero e proprio corteo funebre in violazione delle norme contro gli assembramenti.

Corteo funebre di un boss a Messina

Stando alle immagini riportate da quotidiani locali il feretro del fratello del boss, in seguito divenuto collaboratore di giustizia, è stato scortato da un folto gruppo di persone che lo hanno accompagnato fino al Gran Camposanto di Messina dove è avvenuta la sepoltura. Sull’accaduto si sta interessando anche la Questura, che ha avviato degli accertamenti per chiarire cosa sia effettivamente accaduto.

Le prime proteste in merito sono giunte dal presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava, che in proposito ha dichiarato: “Mentre in Italia non si celebrano pubblicamente funerali né matrimoni, com’è stato possibile che a Messina in cento abbiano accompagnato al cimitero il feretro del fratello di un capomafia? Dietro la bara di Rosario Sparacio, fratello del boss Luigi, sabato pomeriggio c’erano auto, moto, amici. […] Dal sindaco Cateno De Luca sempre pronto a rumoreggiare con la fascia tricolore al petto stavolta è venuto solo il silenzio”.

La replica del sindaco De Luca

Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino messinese, che poche ore dopo ha spiegato come non vi sia stata alcune violazione delle norme anti assembramento: “Nessun corteo funebre né alcuna celebrazione religiosa, che sono peraltro vietati dalle disposizioni del Dpcm come ribadite dallo stesso arcivescovo di Messina che, da oltre un mese, ha vietato la celebrazione dei funerali. È solo sciacallaggio sui morti”.

Anche sul numero effettivo dei partecipanti al corteo De Luca ci tiene a precisare, affermando come sia stata ingigantita la reale portata degli eventi: “Dunque, quanto in modo becero è definito ‘corteo funebre con oltre cento persone’ non è altro che un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri, al quale si sono uniti, in modo estemporaneo, alcuni familiari del defunto, in numero non superiore alla trentina.