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Ragazzo picchiato a Fiumicino, la madre: "Poteva finire come Willy"

ragazzo picchiato Fiumicino

Parla la madre del ragazzo picchiato da una baby gang a Fiumicino, al parco di Villa Guglielmi: "Mio figlio poteva finire come Willy".

Dopo la drammatica vicenda di Colleferro, dove il giovane Willy Monteiro ha perso la vita a causa delle percosse e delle violenze subite, un altro ragazzo è stato picchiato da una baby gang a Fiumicino mentre stava difendendo la fidanzata. Il gruppo di giovani lo ha aggredito scaraventandolo a terra e colpendolo poi con calci e pugni. Il ragazzo è stato soccorso e trasportato in ospedale. Non si dà pace la madre del giovane, felice di poterlo riabbracciare, ma affranta e profondamente addolorata per quanto successo. “Mio figlio poteva finire come Willy”, ha detto la donna.

Ragazzo picchiato a Fiumicino: le parole della mamma

Gli ultimi episodi di cronaca raccontano una cattiveria umana senza limiti. Descrivono la crudeltà di alcuni, la brutalità dei gesti, l’efferatezza delle parole. Dopo Willy, sgomenta quanto accaduto al parco pubblico di Villa Guglielmi. A descrivere quanto successo è la madre del ragazzo brutalmente picchiato mentre difendeva la fidanzata.

Una vicenda non troppo diversa da quella subita da Willy Monteiro Duarte. Fortunatamente però, suo figlio si è salvato con sette giorni di prognosi, un profondo trauma cranico e brutte escoriazioni sul corpo.

In quel pomeriggio del 17 settembre Loris (19 anni) era in compagnia della sua fidanzata, di tre anni più piccola. I due erano appoggiati al muretto che circonda la villa. Un gruppo di giovani, passando vicino alla coppia, si lasciano andare ad alcuni commenti indirizzati alla ragazza, rivolgendole anche qualche apprezzamento di troppo.

A quel punto il ragazzo ha deciso di non restare indifferente. È intervenuto e ha chiesto ai ragazzi di moderare i toni e chiedere scusa alla giovane. Così Loris ha ricevuto un pugno violentissimo in faccia. La violenza subita lo ha fatto cadere dal muretto. In quel momento il branco, composto da almeno otto persone tra cui diversi minorenni, ha iniziato a picchiarlo. A salvarlo sono state le urla della fidanzata, che ha attirato l’attenzione di alcuni runner, i quali hanno assistito alla scena e contattato prontamente i carabinieri.

Solo nei giorni successivi si capirà che l’episodio era stato premeditato e si trattava di una sorta di vendetta. Tutto nasce da un post su Instagram che Loris aveva scritto giorni prima contro la violenza delle baby gang. Lo aveva scritto perché c’erano già stati alcuni screzi e prepotenze contro mio figlio e la ragazza da parte proprio di quel gruppo”, ha spiegato la madre. Quindi, intervistata da la Repubblica, ha aggiunto: “Così gli hanno teso un’imboscata. Sono arrivati in otto o nove e nel gruppo c’era l’ex ragazzo della fidanzatina. Uno di loro ha iniziato a urlare, mio figlio ha preso le difese della ragazza e le cose sono precipitate”.

L’appello della mamma

Dopo il pestaggio, per Loris è stato necessario il trasporto in ospedale. Il ragazzo ha un forte trauma cranico e pesanti escoriazioni. Ma a fare male sono soprattutto le ferite interiori. Lo shock psicologico è altrettanto forte, fanno sapere i genitori.

Anche la madre è spaventata e con il cuore ancora sovrastato dal dolore. Ma recupera la grinta per lanciare un appello: “Ora c’è una denuncia in corso, spero che le indagini vadano avanti per mettere fine a queste baby gang, a tutto questo odio sociale che gira anche sul web. Noi genitori non possiamo avere paura quando i nostri figli escono di casa. Invece io di notte adesso mi sveglio con gli incubi perché rivivo quello che ha vissuto mio figlio”.

William De Vecchis, senatore della Lega originario di Fiumicino, segnala episodi di bullismo e atti vandalici sul lungomare della Salute. Per questo motivo, chiede di alzare l’attenzione sul consumo di droga fra i ragazzi. Anche Arcangela Galluzzo, delegata del sindaco alla Legalità, ha commentato quanto accaduto: “Un fatto gravissimo che non va sottovalutato. Bisogna contrastare la cultura dell’odio e della violenza con la cultura.