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Alberto Genovese, parla la vittima: "Ho temuto di morire"

Alberto Genovese

Il terribile racconto della vittima di Alberto Genovese, che ha mandato un audio a Barbara D'Urso.

Attraverso un file audio inviato alla trasmissione Live-Non è la D’Urso, di Canale 5, la diciottenne che è stata sequestrata e violentata da Alberto Genovese nel suo super attico con vista sul Duomo di Milano, ha deciso di raccontare quello che ricorda di quella terribile notte.

Il racconto della vittima

La vittima di Alberto Genovese ha raccontato quello che è accaduto nella notte del 10 ottobre alla Terrazza Sentimento, con una voce sottile e tremolante. Rivivere quel giorno e quelle ore interminabili di violenza non è facile, ma lentamente i ricordi stanno riaffiorando e cominciano a farle sempre più male. “Quelle ore di paura non si possono neanche immaginare, io ho avuto paura di morire. Anzi io ho rischiato di morire. Ho avuto paura di non poter più rivedere mia mamma, mio papà, mia sorella, il mio gattino, i miei amici” ha raccontato la diciottenne, che Barbara D’Urso ha chiamato Vania. Quella notte per lei è cambiato tutto. “In questi giorni, dopo che è uscita la notizia del suo arresto, ho iniziato a leggere tante cose e i miei ricordi si sono fatti sempre più precisi” ha spiegato la giovane, che si ritrova a doversi anche difendere dagli attacchi e dagli insulti che riceve spesso in televisione e sui social network. “La cosa che mi fa più male è sentire i commenti di tante persone che cercano di darmi la colpa o di giustificare quello che mi è stato fatto. Molta gente specula, commenta… Mi sono vista dipinta in tanti modi, cosa che non giustificherebbe comunque quello che mi è stato fatto. Ma mi infastidisce perché io non sono così. Io sono la vittima… Mi sono sentita più volta offesa, attaccata ingiustamente, perché dopo quello che ho vissuto penso che questa violenza mediatica non sia assolutamente giusta” ha spiegato.

La ragazza chiede a tutti un po’ più di umanità. “Sono in cura con degli psicologi, ci sono un po’ di persone al mio fianco che mi stanno aiutando. Tengo a ribadire che sono debole, fragile, e tutto questo odio gratuito nei miei confronti mi fa stare male. Io sono una ragazza di diciotto anni, faccio la modella, ho appena finito gli studi e mi fa male sentirmi dare della escort, sentir dire che venivo pagata per andare a queste feste” ha spiegato la vittima. La giovane, la sera del 10 ottobre 2020, era arrivata alla terrazza Sentimento di Alberto Genovese insieme ad un’amica. Ai magistrati ha raccontato di essersi divertita fino alle 22.30, di aver ballato molto e di aver consumato la droga che girava alla festa. Alberto Genovese, però, è diventato ogni minuto più assillante, mentre lei purtroppo perdeva di vista la sua amica in mezzo alla folla. In quel momento è iniziato quello che per lei è stato un vero e proprio incubo. “Non ho mai percepito queste feste come pericolose in nessun modo, non ho mai percepito questo ambiente come viscido. Io andavo lì per divertirmi e mi sono ritrovata a vivere un inferno, In questo momento chiedo di essere lasciata in pace” ha concluso la ragazza.