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Napoli, femminicidio: sgomento e incredulità tra i vicini di Ornella Pinto

Omicidio

Ornella Pinto è stata massacrata, a Napoli, dal compagno: l’ennesimo femminicidio è stato accolto con incredulità e sgomento dai vicini della donna.

Nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 marzo 2021, un nuovo episodio di violenza sulle donne si è consumato nella città di Napoli. Ornella Pinto, madre di un bimbo di 4 anni, è stata brutalmente massacrata dal compagno che le ha inferto 15 pugnalate. La vicenda ha profondamente sconvolto non solo parenti e amici della coppia ma anche i vicini.

Ornella Pinto, la reazione dei vicini al femminicidio

La 39enne Ornella Pinto e il compagno 43enne Pinotto Iacomino convivevano da sei anni in un appartamento al terzo piano di un palazzo in via Cavolino, situato nel quartiere di San Carlo all’Arena, a Napoli. L’edificio, costruito nelle vicinanze di un deposito degli autobus, ospita numerose famiglie e, altrettanto numerose, sono le persone del complesso che conoscevano la donna e il suo aggressore.

Interrogati dagli inquirenti, coordinati dal pm Fabio De Cristofaro, sostituto procuratore aggiunto della IV sezione, i vicini che risiedono presso il palazzo in via Cavolino hanno spiegato alle forze dell’ordine che nulla pareva presagire un simile epilogo. I protagonisti della tragica vicenda, infatti, sono stati descritti da tutti come una coppia tranquilla e felice, senza alcun tipo di problema apparente. Nessuno dei soggetti interrogati, inoltre, ha mai visto Ornella Pinto e Pinotto Iacomino avere discussioni in pubblico o manifestare agitazione.

Sulla base delle testimonianze raccolte dai vicini accalcatisi in strada all’arrivo dell’ambulanza, poi, pare che a contattare il 118 sia stata la sorella di Ornella Pinto, allertata telefonicamente dalla stessa vittima, rinvenuta agonizzante del proprio sangue a causa delle ferite riportate.

La testimonianza dell’assessore napoletano alle Pari Opportunità

La prematura scomparsa di Ornella Pinto è stata commentata dai medici e dal personale sanitario dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, presso il quale la donna era stata trasferita d’urgenza in condizioni estremamente critiche, e dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Cordoglio e amarezza per quanto accaduto, sono stati espressi anche dall’assessore partenopeo alle Pari Opportunità Francesca Menna. In relazione all’efferato e ingiustificato episodio di violenza sulle donne, l’assessore ha dichiarato con fermezza: «Ancora un’altra donna è stata ammazzata brutalmente dal compagno. Non bastano più solo le parole, occorre una politica reale che metta al primo posto dei suoi obiettivi la questione della violenza di genere. Vengono stanziati pochi fondi, non c’è un piano strategico nazionale che realmente coinvolga tutti gli aspetti del fenomeno prevedendo finanziamenti importanti per la prevenzione, per il controllo e il contrasto, e così gli enti locali si trovano a combattere con le armi spuntate. Il ritardo dell’approvazione dei bilanci causato dal lockdown dell’anno scorso ha generato a cascata una serie di ritardi e, come sempre, si fa fatica a mantenere un servizio indispensabile per i cittadini. Questo ennesimo episodio dovrebbe fare capire che la violenza alle donne è un fenomeno complesso, che denuncia una grave e profonda sofferenza delle persone e che quindi va affrontato con estrema serietà; perché non si può combattere con spot televisivi e poca attenzione».

La ricostruzione delle dinamiche del delitto

Le indagini inerenti al caso sono state affidate alla squadra mobile di Napoli, coordinata dal pm Fabio De Cristofaro, sostituto procuratore aggiunto della IV sezione, che sta agendo in collaborazione con la controparte di Terni.

In primo luogo, gli inquirenti stanno provvedendo a raccogliere le testimonianze di parenti e amici della coppia e all’analisi dei loro cellulari, prontamente sequestrati. Intanto, si cerca di scoprire il movente che abbia portato al brutale massacro della vittima.

Il movente dell’uccisione, infatti, è ancora avvolto nel mistero: una volta giunto nella città umbra, Pinotto Iacomino ha ammesso di essere responsabile dell’aggressione perpetrata ai danni della compagna senza, però, spiegare cosa lo avesse spinto a compiere un simile gesto. Inoltre, sulla base delle prime ricostruzioni effettuate, è emerso che il figlio dellacoppia si trovava nella stanza adiacente a quella dei genitori mentre si consumava il drammatico omicidio, considerato volontario dai militari.

Le testimonianze raccolte dagli inquirenti

In relazione alle testimonianze raccolte dagli agenti che si occupano del caso, Ornella Pinto e Pinotto Iacomino sono stati descritti da parenti, amici e vicini come una coppia tranquilla e felice che conviveva da sei anni in un appartamento al terzo piano di un palazzo dell’Arenaccia, costruito nelle vicinanze di un deposito degli autobus.

Sempre attraverso le dichiarazioni rilasciate agli inquirenti, pare che a contattare il 118 sia stata la sorella di Ornella Pinto, allertata telefonicamente dalla stessa vittima, rinvenuta poi agonizzante del proprio sangue a causa delle ferite riportate.