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Cuchel: alt a pignoramenti di Agenzia Riscossione sui conti in banca

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Milano, 22 apr. (askanews) - Stop immediato ai pignoramenti dei conti correnti messi in atto dall'Agenzia delle Entrate Riscossione a seguito di mancati pagamenti delle cartelle esattoriali. E' la richiesta al governo fatta dal presidente dei commercialisti italiani, Marco Cuchel, nel corso del conv...

Milano, 22 apr. (askanews) – Stop immediato ai pignoramenti dei conti correnti messi in atto dall’Agenzia delle Entrate Riscossione a seguito di mancati pagamenti delle cartelle esattoriali. E’ la richiesta al governo fatta dal presidente dei commercialisti italiani, Marco Cuchel, nel corso del convegno nazionale dell’Anc dedicato a “Fisco e previdenza. Il futuro dipende da ciò che facciamo nel presente”. “I commercialisti italiani sono estremamente preoccupati rispetto alle nuove procedure adottate dall’Agenzie delle Entrate Riscossione in merito ai pignoramenti dei conti correnti e dei crediti presso terzi per i mancati pagamenti delle cartelle esattoriali – ha detto il presidente dell’Associazione nazionale dei commercialisti – Queste procedure rischiano seriamente di mettere in forte crisi tante i consumatori e le aziende italiane che potranno vedersi chiudere le linee di credito e gli affidamenti bancari. Chiediamo al governo un intervento urgente affinché riveda questi provvedimenti ponendoli in essere sono in una serie limitata di specifici casi”.

Nel corso del convegno, Cuchel ha espresso anche critiche riguardo specifici passaggi della riforma fiscale. “Sul tema della semplificazione – ha detto – al di là dell’obiettivo raggiunto della rateizzazione del secondo acconto, non si è vista alcuna riduzione degli adempimenti”, mentre “la carenza di risorse in bilancio ha comportato solo la riduzione a tre scaglioni delle aliquote irpef. Davvero poco”, ha sottolineato.

Ai lavori ha partecipato tra gli altri anche Lucia Albano, esponente di Fratelli d’Italia, e sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze.

Albano dal canto suo ha riaffermato i valori di una fiscalità più equa che guidano gli interventi della riforma, sottolineando la necessita di considerare un fisco più giusto come uno dei perni intorno ai quali ruota e si sviluppa il tessuto economico del Paese.

“Quello che stiamo attuando attraverso la riforma fiscale è un cambio di passo non solo dal punto di vista procedurale, ma soprattutto dal punto di vista culturale. Il rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuente è un rapporto che sta andando nella direzione di un giusto equilibrio. Non è più un rapporto ‘sovrano-suddito’, ma un rapporto ‘cittadino-Stato’. E vediamo che ci sono i risultati: nel mese di febbraio c’è stato un aumento di entrate rispetto all’anno precedente di 4,6 miliardi. Perché? Perché nel momento in cui lo Stato è equo e giusto è possibile anche sostenerlo attraverso il pagamento delle tasse. Ed è questo che dal punto di vista culturale dobbiamo comunicare ai nostri giovani e alla nostra società”.