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Il presidente Trump ha lanciato un chiaro ultimatum ad Hamas, intensificando ulteriormente le tensioni in Medio Oriente. Il movimento palestinese non ha esitato a replicare, mostrando la propria posizione e preparando il terreno per possibili sviluppi nei prossimi giorni. La situazione resta estremamente delicata, con il rischio di escalation immediata, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione.
Guerra in Medio Oriente: l’offensiva israeliana prosegue tra raid e crisi umanitaria
Mentre i negoziati tentano di prendere forma, le operazioni militari israeliane su Gaza continuano senza sosta. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivendicato l’attacco alle torri della città, definite “punti di osservazione utilizzati da Hamas”, tra cui la torre Al-Ruya, rasa al suolo dopo tre giorni consecutivi di bombardamenti.
Secondo fonti locali, i raid hanno colpito anche abitazioni, scuole e tende, causando decine di vittime tra civili, tra cui bambini, e aggravando la crisi umanitaria legata alla fame, che ha già provocato centinaia di morti dall’inizio del conflitto. Israele sostiene che circa 100.000 persone hanno lasciato Gaza City verso zone considerate più sicure, mentre Hamas accusa l’esercito di utilizzare i civili come scudi umani.
Donald Trump lancia l’ultimatum ad Hamas
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivolto un ultimatum ad Hamas, chiedendo il rilascio immediato di tutti gli ostaggi in cambio della cessazione delle operazioni militari israeliane su Gaza. Trump ha sottolineato che gli israeliani hanno già accettato le condizioni proposte e ha avvertito che un rifiuto da parte di Hamas comporterebbe gravi conseguenze.
“Tutti vogliono che gli ostaggi tornino a casa. Tutti vogliono che questa guerra finisca! Gli israeliani hanno accettato i miei termini. È ora che anche Hamas accetti. Questo è il mio ultimo avvertimento, non ce ne sarà un altro!”.
Secondo quanto riferito, la proposta americana prevederebbe il rilascio dei 48 ostaggi già nel primo giorno di un eventuale accordo, in cambio della liberazione di migliaia di detenuti palestinesi, tra cui centinaia di condannati per atti terroristici, e della sospensione delle operazioni militari israeliane a Gaza City. L’iniziativa punta a far partire negoziati diretti per la fine del conflitto, con Trump che si impegnerebbe a garantirne il rispetto.
Donald Trump lancia l’ultimatum ad Hamas: la reazione non si fa attendere
Hamas avrebbe accolto la proposta con cautela, dichiarando di essere pronta a sedersi immediatamente al tavolo dei negoziati. L’organizzazione palestinese ha sottolineato la necessità di chiarire alcuni dettagli, soprattutto in merito al numero di ostaggi da rilasciare rispetto alla quantità di prigionieri liberati da Israele.
“Pronti a sederci subito al tavolo delle trattative per discutere il rilascio dei prigionieri e una chiara dichiarazione di fine della guerra”.
Il movimento ha ribadito la volontà di fermare l’aggressione e di discutere il rilascio dei prigionieri in cambio di un chiaro impegno alla fine della guerra, del ritiro totale delle truppe israeliane e della creazione di un comitato palestinese indipendente per governare Gaza.
Sul piano internazionale, la proposta americana ha suscitato attenzione e cauto ottimismo tra le famiglie degli ostaggi e tra esponenti politici israeliani come Benny Gantz, che hanno espresso pieno sostegno all’iniziativa. Tuttavia, gli scontri non risparmiano neppure Israele: un drone Houthi ha colpito un aeroporto nel sud del Paese, e razzi lanciati dalla Striscia hanno raggiunto zone abitate.