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Duplice omicidio a Carovigno, marito e moglie uccisi: fermato il fratello dell’uomo

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Marito e moglie uccisi a colpi di fucile a Carovigno: fermato con l’accusa di duplice omicidio il fratello dell’uomo assassinato.

Antonio Calò, 70 anni, e la moglie Caterina Martucci, 64 anni, sono stati uccisi a fucilate nella loro casa a Carovigno: per il brutale duplice omicidio, è stato fermato il fratello dell’uomo che avrebbe confessato di essere il responsabile del delitto.

Duplice omicidio a Carovigno, marito e moglie uccisi: fermato il fratello dell’uomo

Cosimo Calò, 84 anni, ha ammesso di aver ucciso il fratello Antonio e la cognata Caterina a colpi di fucile. Il drammatico delitto è stato scoperto mercoledì 1° marzo a Serranova, frazione del comune di Carovigno, in provincia di Brindisi.

Con il procedere delle indagini, la Procura di Brindisi aveva iscritto l’84enne nel registro degli indagati con le accuse di duplice omicidio e porto illegale d’arma. Per gli inquirenti, infatti, era stato proprio l’uomo a sparare al fratello e alla cognata provocandone la morte.

A seguito dell’interrogatorio che si è tenuto nella caserma dei carabinieri a San Vito di Normanni nella mattinata di mercoledì 8 marzo, Cosimo e il figlio Vincenzo – la cui posizione è ancora la vaglio degli inquirenti, sono stati posti in stato di fermo. Sulla base delle informazioni sinora diffuse, il movente sarebbe da imputare a un’eredità che il responsabile del crimine si contendeva da tempo con il fratello.

La confessione di Cosimo Calò

In occasione dell’interrogatorio di mercoledì 8 marzo, alla presenza del difensore di fiducia, Cosimo Calò ha confessato di aver ucciso il fratello Antonio e la cognata Caterina nella serata di martedì 28 febbraio per rancori che si sono accumulati nel tempo e per ragioni economiche.

L’84enne, quindi, è stato fermato e risulta indagato per duplice omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela con una delle vittime, con premeditazione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo.

L’indagine, condotta dai Carabinieri e coordinata dalla Procura di Brindisi, è stata svolta raccogliendo numerose testimonianze fornite da familiari e conoscenti delle vittime, acquisendo intercettazioni telefoniche e ambientali, ricostruendo gli spostamenti delle persone di interesse investigativo e visionando le immagini filmate dai sistemi di videosorveglianza della zona interessata dagli eventi.