> > Interruzione energia elettrica: in arrivo un rimborso da 45 milioni

Interruzione energia elettrica: in arrivo un rimborso da 45 milioni

energia-elettrica

Gli operatori nazionali dovranno versare ai consumatori un rimborso di 45 milioni di euro per le interruzioni di energia elettrica avvenute nel 2018.

Gli operatori attivi nella distribuzione dell’energia elettrica dovranno versare circa 45 milioni di euro di rimborso a migliaia di consumatori a causa delle interruzioni dei servizi avvenuta durante l’anno 2018. È quanto emerge da un comunicato diramato da Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente che a seguito della redazione del bilancio 2018 ha evidenziato il numero di interruzioni sulla rete elettrica avvenute senza preavviso nonché la regolazione premi/penalità della durata.

Interruzione energia elettrica: arriva il rimborso

Stando a quanto emerge nell’indagine di Arera, i rimborsi che i 27 operatori italiani con più di 15mila utenti devono versare ammontano a 45,6 milioni di euro. Di questi, 18,7 milioni derivano dalle cosiddette interruzioni lunghe dell’energia elettrica: vale a dire quelle superiori ai tre minuti di durata e senza preavviso. Altri 26,9 milioni derivano invece dalle interruzioni senza preavviso lunghe e brevi: cioè quelle superiori a un secondo di durata.

Complessivamente, la durata delle interruzioni di energia elettrica nell’anno 2018 e stata di 96 minuti; di gran lunga superiore ai 41 minuti registrati nel 2017. Di questi 96 minuti, 51 non erano direttamente imputabili a disservizi degli operatori di energia elettrica, al contrario degli altri 45 minuti sui quali invece è scattato il meccanismo di penalità per il quale è previsto il rimborso ai consumatori.

La mappa delle interruzioni

Secondo i dati di Arera, il maggior numero di interruzione nel 2018 è avvenuto nelle regioni Trentino-Alto Adige, Veneto e Sicilia. Tuttavia, mentre nelle prime due regioni le responsabilità degli operatori sono pressoché nulle, in Sicilia le colpe del fornitore sono molto più alte, tanto che la regione in questione è al primo posto tra quelle con interruzioni dovute alla diretta responsabilità degli operatori, seguita da Campania e Puglia. Dall’altra parte della classifica invece, sempre il Trentino e il Friuli Venezia Giulia primeggiano tra le regioni le cui interruzioni sono dovute a fattori non imputabili ai fornitori.