> > Reddito di cittadinanza: i lavori di pubblica utilità sono obbligatori

Reddito di cittadinanza: i lavori di pubblica utilità sono obbligatori

reddito di cittadinanza

Il nuovo decreto del Reddito di cittadinanza prevede l'introduzione per i percettori dell'obbligo di svolgere lavori di pubblica utilità.

Arriva il nuovo decreto per il Reddito di cittadinanza e cambiano i regolamenti per i percettori. L’8 gennaio 2020 è entrata in vigore (con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) la normativa firmata già lo scorso 22 ottobre 2019 dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo. Prende il via, quindi, la fase due della misura tanto voluta da M5s: i percettori del reddito di cittadinanza dovranno svolgere obbligatoriamente lavori di pubblica utilità.

Reddito di cittadinanza: il nuovo decreto

I percettori del reddito di cittadinanza (ad eccezione degli esonerati) devono fare i conti con il nuovo decreto entrato in vigore l’8 gennaio 2020. Secondo le ultime disposizioni, infatti, i lavori di pubblica utilità sono diventati obbligatori. Per questo motivo i centri per l’impiego convocheranno i lavoratori per firmato il Patto per il lavoro. Si tratta di attività non retribuite (in quanto questi lavoratori percepiscono già il RdC) per la durata di 8 ore settimanali. Gli ambiti entro i quali è possibile svolgere questi lavori utili sono i più vari: dall’ambito culturale al sociale, da quello artistico a quello ambientale, fino all’ambito formativo e di tutela dei beni comuni. Le 8 ore settimanali si potranno espletare in una sola giornata o spalmare lungo tutta la durata della settimana.

Chi non seguirà le direttive imposte dal decreto sarà costretto a rinunciare alla misura di sussidio. Sono esclusi, secondo le disposizioni finali del decreto, le persone oltre i 65 anni di età e le persone occupate con un reddito da lavoro dipendente o autonomo entro i limiti stabiliti (8.145 euro per lavoro dipendente e 4.800 euro per lavoro autonomo). Sono altresì esonerati coloro che frequentano corsi di studio, sono in una condizione di disabilità, si prendono cura di un disabile grave o non autosufficiente. E ancora: coloro che si prendono cura di un minore di età inferiore ai tre anni o sono in condizioni di salute per le quali non possono svolgere attività lavorative (ad esempio in gravidanza).