Marcello Astorri Stava correndo in un parco. A un certo punto è stata avvicinata da qualcuno, che l’ha aggredita, stuprata e uccisa. La vittima era una giornalista di appena 30 anni, Viktoria Marinova, morta per i colpi ricevuti alla testa e per strangolamento. È accaduto a Ruse, una città della Bulgaria settentrionale. La donna, presentatrice di una trasmissione dell’emittente locale TVN, per alcuni giornali europei stava lavorando a un’inchiesta su presunti abusi nell’utilizzo di fondi dell’Unione europea.
La polizia: delitto non riconducibile al suo lavoro
Gli inquirenti, alla ricerca del responsabile, stanno vagliando tutte le ipotesi. Comprese le piste legate alla sua carriera professionale. Anche se, per alcune fonti di polizia, il delitto non sarebbe riconducibile al lavoro della giornalista. Chi sta conducendo le indagini non ha ritrovato il cellulare, le chiavi della macchina, alcuni vestiti e gli occhiali della donna. Tuttavia, il premier bulgaro, Boyko Borisov, ha detto che “è stato possibile prelevare molti campioni di dna”. E secondo lui il colpevole sarà presto individuato.
L’anno scorso moriva Daphne Galizia
L’uccisione della giornalista, purtroppo, non rappresenta il primo caso. Appena un anno fa, a Malta, veniva uccisa da un’autobomba Daphne Caruana Galizia, reporter che stava indagando sul filone maltese dei Panama Papers. Il rappresentante dell’Osce per la libertà dei media, Harlem Desir, si è detto scioccato per l’omicidio della giornalista e ha lanciato un appello su Twitter affinché si porti a galla la verità. La Bulgaria è al 111esimo posto su 180 per libertà di stampa, secondo la classifica di Reporter senza frontiere. I giornalisti bulgari vivrebbero, secondo i promotori della classifica, in un contesto di continue minacce e intimidazioni da parte di oligarchi che controllano numerosi media e sono sospettati di corruzione.
