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Incendi in California: 63 vittime, sotto accusa la PG&E

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Aumenta il numero delle vittime reclamate dagli incendi che hanno colpito il nord della California. 63 i morti accertati, 631 i dispersi.

Mentre le fiamme continuano a divorare terreno, e i Vigili del Fuoco lottano per cercare di controllarne la diffusione, aumenta il bilancio delle vittime reclamate dall’enorme incendio che negli ultimi giorni sta flagellando il nord della California. Secondo i dati diffusi dalle autorità il numero dei morti accertati è salito a 63, mentre quello dei dispersi è schizzato a 631. Rendendolo così potenzialmente l’incendio più mortale del secolo con il quale il Golden State si deve confrontare.

Lo sceriffo dell contea di Butte, Kory Honea, spiega però che nella lista dei dispersi ci sono probabilmente molte persone che hanno abbandonato la zona, ma che non sono ancora riuscite a mettersi in contatto con i soccorsi per confermare la propria fuga. Motivo che ha portato le autorità optare per la pubblicazione della lista dei dispersi. “Se qualcuno tra gli evacuati vi ci dovesse trovare il proprio nome”, spiega infatti lo sceriffo, “Faccia immediatamente sapere alle autorità che è al sicuro”.

Polemiche sul ritardo dell’allarme

E mentre si contano i morti e i danni, i residenti delle aree colpite lamentano un forte ritardo nella diramazione dell‘avviso di evacuazione. Un ritardo che ha portato gli abitanti di Paradise ad abbandonare la città in fretta e furia lo scorso 8 novembre 2018. E che rimette ora in discussione di tutti i piani di emergenza elaborati nel tempo, rivelatisi assolutamente inadeguati ad affrontare un così rapido diffondersi delle fiamme. Che causando interruzioni di corrente e il blocco delle comunicazioni telefoniche, ha reso inutile la diramazione degli avvisi di evacuazione diramati via email e tramite la rete cellulare.

Progressi nella lotta alle fiamme

E mentre gli sfollati si contano a migliaia, i Vigili del Fuoco hanno cominciato a riportare qualche progresso nel tentativo di delimitare l’incendio, che si estende ora su una superficie di circa 570Km quadrati. E che ha portato alla evacuazione di oltre 52.000 persone, e alla distruzione di oltre 9.500 case. Secondo l’ultima nota diffusa sul sito del dipartimento antincendio californiano, l’incendio sarebbe ora contenuto al 40%, e si sarebbe riuscito a rallentarne l’avanzata verso aree fortemente popolate.

Sotto accusa la PG&E

La California Pacific Gas & Electric ha affermato che potrebbe avere delle responsabilità nell’avvio di questo terribile incendio, e potrebbe trovarsi ad affrontare dei “costi significativi” se gli investigatori dovessero effettivamente riscontrare delle sue dirette responsabilità. L’azienda, che si occupa tra l’altro della diffusione elettrica, ha infatti ammesso di aver riscontrato una interruzione su una linea elettrica a 115 Kilovolt proprio nella zona in cui ha auto origine il rogo.

Una dichiarazione che ha causato un crollo immediato del 19% del valore delle azioni della utility, riflettendo le paure degli investitori, che temono ora pesanti perdite per l’azienda. Che infatti, in una sola settimana – a causa della svalutazione delle azioni – ha già perso la bellezza di 11 miliardi di dollari. La PG&E ha una assicurazione antincendio che arriverà a coprire danni per un valore di 1.4 miliardi, ma se dovesse essere trovata una sua effettiva responsabilità, i danni da coprire saranno di molto maggiori.

Sabato la visita del Presidente Trump

Il Presidente Trump dovrebbe fare visita alle popolazioni evacuate nella giornata di sabato 17 ottobre 2018. E, pur essendo impopolare nella maggior parte dello stato della California, nella contea di Butte può contare su un forte sostegno. Un supporto che nel corso delle lezioni presidenziali del 2016 gli ha permesso di ottenere il 4% in più delle preferenze rispetto alla rivale democratica Hillay Clinton. E che dovrà ora aiutare a gestire una situazione di emergenza che si fa più drammatica di ora in ora.