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Usa, donna spinge fidanzato al suicidio: condannata a 15 mesi

michelle carter

Una donna è stata condannata a 15 mesi per aver istigato al suicidio il fidanzato quando aveva solo 18 anni.

Michelle Carter aveva 17 anni quando il fidanzato, 18enne, Conrad Roy III si è tolto la vita. L’episodio risale al 2014, e nel 2019 è arrivata la condanna per la giovane. Secondo l’Alta Corte, infatti, la donna l’avrebbe spinto al suicidio senza fare nulla: “Va bene avere paura ed è normale. Voglio dire, stai per morire” sarebbero state le sue parole.

Istigazione al suicidio

Michelle Carter avrebbe inviato messaggi a raffica al suo ragazzo suggerendogli di uccidersi, ed è stata per questo condannata a 15 mesi. Stando alle ricostruzioni, il giorno della morte, la giovane avrebbe detto: “Continui a pensarlo, a dire che lo farai ma poi non agisci. Sarà sempre così se non ti muovi. Il momento è giusto e tu sei pronto. Fallo e basta”. In un altro messaggio si legge invece: “Finalmente sarai felice in paradiso. Nessun altra sofferenza”.

La giovane era già stata condannata in primo grado, ma il giudice le aveva permesso di restare libera fino alla sentenza d’appello. Tuttavia, anche in secondo grado, la condanna è stata confermata. I suoi avvocati minacciano ora di portare la causa di fronte alla Corte Suprema degli Stati Uniti. La giovane non avrebbe precedenti penali, ma avrebbe ricevuto il trattamento di salute mentale.

La vicenda

La Carter e il fidanzato avevano rispettivamente 17 e 18 anni all’epoca dei fatti. Il giovane, prima di suicidarsi, avrebbe provato a tirarsi indietro, cedendo poi alle insistenze della fidanzata. Il giudice Scott Kafker ha affermato che Michelle avrebbe dovuto chiamare la polizia o la famiglia del fidanzato, mentre, invece, lo avrebbe ascoltato al telefono mentre si toglieva la vita: “Dopo averlo convinto a tornare nell’auto piena di monossido di carbonio, non ha fatto assolutamente nulla per aiutarlo”.