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Bolivia, gli indigeni facevano uso di droga: trovata dose in una tomba

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La straordinaria scoperta dimostra come l'uso degli stupefacenti fosse molto diffuso tra le popolazioni indigene dell’America Latina.

A più di 4mila metri di altezza, nella provincia di Sur Lìpez (sudovest della Bolivia), alcuni ricercatori hanno fatto una scoperta straordinaria. Dentro una tomba, conosciuta come la “Cueva del Cileno”, ovvero la Caverna del Cileno, è stata trovata una sacca di cuoio. All’interno c’era quanto necessario per il consumo di sostanze stupefacenti.

Esattamente nella sacca c’erano: due tavolette di legno per tagliare la sostanza, una cannuccia per inalare, due spatole di osso di Lama, una fascia di fili per la fronte, resti di una pianta secca, un sacchetto con foglie che risultano essere marijuana. Stando a quanto riportato dal sito repubblica.it, le analisi chimiche effettuate su quanto ritrovato, hanno rilevato tracce di piante allucinogene per fare la ayahuasca. La ayahuasca è il tipico intruglio psicotropo tradizionale delle popolazioni sudamericane con residui di cocaina e di bufotenina.

Era di un benestante

Le piante presenti nella sacca si trovano ancora oggi nella bassa valle dell’Orinoco, in Venezuela, a migliaia di chilometri di distanza dal luogo del ritrovamento. Secondo i ricercatori questo è un elemento molto importante da prendere in considerazione. Infatti, testimonia come l’uso degli stupefacenti non solo fosse molto diffuso, ma che fu prerogativa delle persone benestanti. Solo loro erano in grado di effettuare viaggi molto lunghi per procurarsi la droga.

José Capriles, ricercatore dell’Università Statale e autore principale dello studio, ha affermato che solo chi era ricco o aveva i giusti mezzi poteva permettersi le sostanze. “All’epoca c’era un intenso traffico di carovanieri che si muovevano in sella ai lama e molte società si sviluppavano grazie allo scambio commerciale su lunghe distanze. Al di là degli interessi rituali” – continua Capriles- “il consumo di questi prodotti rappresenta un segnale sulla capacità che molte persone, soprattutto ricche e con prestigio sociale, avevano di spostarsi per ottenere le piante necessarie a creare droghe come la ayahuasca o le foglie di coca”.

La scoperta dimostra, inoltre, come l’uso di stupefacenti tra le popolazioni originarie dell’America Latina fosse diffuso prima degli Incas.