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Caso Regeni, ministro egiziano: "Poteva accadere a chiunque"

giulio regeni

"Il caso Regeni andrebbe trattato come ogni caso di criminalità" ha affermato il ministro Saafan.

Il ministro egiziano Mohamed Saafan ha pronunciato parole choc durante la Conferenza internazionale del lavoro che si è tenuta a Ginevra. Durante l’incontro ha infatti avanzato l’ipotesi che Giulio Regeni sia stato torturato e ucciso in un caso di criminalità. La notizia è stata riportata dal sito Al Bawaba, che ha sintetizzato le dichiarazioni fatte dal ministro del Lavoro egiziano durante la sessione della conferenza. Stando a quanto riportato dal sito, Saafan avrebbe infatti risposto ad alcuni che avevano intavolato il tema dell’uccisione di Regeni dicendo che “si è trattato di un caso di natura criminale che deve essere trattato attraverso la procura generale egiziana e la sua omologa italiana”.

Le dichiarazioni

“Il caso Regeni è criminale e non sindacale. Se ne stanno occupando la procura egiziana in collaborazione con i magistrati italiani” ha proseguito prima di concludere che andrebbe trattato come “ogni caso di omicidio commesso in qualsiasi paese del mondo e come l’uccisione degli egiziani o di cittadini di altre nazionalità in Italia”. La versione di Saafan sarebbe però ben differente da quella rilasciata alcuni mesi prima da un funzionario dell’intelligence egiziana che ha riferito di aver preso parte al sequestro del giovane italiano.

Il caso Regeni

Giulio Regeni, ricercatore friulano, è stato rapito, torturato e ucciso a Il Cairo tra gennaio e febbraio 2016. La morte del ricercatore è da sempre avvolta da un alone di mistero e i genitori di Giulio non fanno altro che chiedere giustizia e verità. La famiglia Regeni ha infatti ingaggiato una vera e propria lotta nel tentativo di dare un nome e un volto a colui che ha torturato e ucciso il giovane. Nonostante i tentativi non si è ancora giunti ad una risposta ai tanti interrogativi aperti sulla vicenda.