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Lancia bambino di sei anni dal tetto: reso pubblico il volto

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Il piccolo di 6 anni era in vacanza insieme alla famiglia: mentre si trovava al Tate Modern, Jonty Bravery lo ha afferrato e gettato dal tetto.

L’assurda vicenda è accaduta lo scorso 4 Agosto 2019. Jonty Bravery ancora 17enne, aveva afferrato e gettato dal tetto della Tate Modern di Londra, uno dei musei più visitati della capitale britannica, un bambino di sei anni. Il piccolo, di origini francesi, si trovava in vacanza insieme alla famiglia. Stando a quanto riportato dal sito fanpage.it, il bimbo era in compagnia della madre per visitare la galleria d’arte, quando all’improvviso e senza motivo, è stato preso per un braccio da Bravery e gettato nel vuoto dalla balconata panoramica situata al decimo piano.

Secondo quanto riporta dalla polizia londinese, l’allora 17enne non conosceva la vittima. Ora l’aggressore è diventato maggiorenne. In un’audizione avvenuta martedì 1 Ottobre 2019, il procuratore di Londra, il giudice Nicholas Hilliard, ha rifiutato la richiesta della difesa di estendere il suo diritto all’anonimato. Per questo motivo, nome e volto del 18enne sono stati resi noti da tutti i quotidiani e siti web del Regno Unito. Bravery andrà a processo a Febbraio 2020: l’accusa è di tentato omicidio.

Lancia bambino di sei anni dal tetto

La famiglia del piccolo ha recentemente rilasciato una dichiarazione in cui spiega come il bambino non sia più in grado di parlare, mangiare o muovere il suo corpo. Da poco avrebbe iniziato a fare di tutto per muovere la lingua, il braccio e la mano destra. La famiglia, attraverso, GoFundMe, ha raccolto quasi £ 100.000 per le cure mediche del bimbo.

I genitori hanno poi continuato così: “Vediamo i suoi sforzi, crediamo con tutto il cuore che troverà il modo e la testa di fare tutto di nuovo. È molto coraggioso, continua a sorridere alle nostre battute. Ma iniziamo a vedere purtroppo anche la sua sofferenza. Non capisce perché non riesca a mangiare o a ingoiare un po’ di yogurt. Dobbiamo essere forti per lui. In primo luogo perché continua a sorridere e a fare progressi coraggiosamente, e poi perché vediamo che conta su di noi per prenderci cura di lui”.