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Ocean Viking, salvati 176 migranti: chiesto porto sicuro per sbarcare

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Dopo aver salvato 176 migranti e rifiutato l'offerta libica del porto di Tripoli, l'Ocean Viking ha fatto richiesta di un porto sicuro ai paesi Ue.

Nella mattinata del 13 la nave Ocean Viking ha tratto in salvo 176 migranti nel Mediterraneo a seguito di una segnalazione ricevuta dalle autorità marittime della Libia. Si tratta della prima volta che l’imbarcazione dell’Ong Sos Mediterranée riceve comunicazioni da parte del paese nordafricano, il quale ha offerto il porto di Tripoli come luogo di sbarco. L’equipaggio di Ocean Viking ha tuttavia rifiutato l’offerta libica date che tutti i porti della nazione non sono considerati sicuri.

Ocean Viking salva 176 migranti

Il salvataggio compiuto dalla Ocean Viking è stato preceduto di qualche ora da un analoga comunicazione delle autorità libiche, che segnalavano un barcone in difficoltà fornendo tuttavia delle coordinate approssimative. Dopo nove ore di ricerca infruttuosa, la nave ha chiesto ulteriori informazioni alle autorità senza però ricevere risposta.

Soltanto poche ore dopo l’Ocean Viking riceve un’altra segnalazione in merito ad un gommone in difficoltà, che viene questa volta raggiunto con successo. Intorno alle 2 del pomeriggio di domenica viene quindi completato il trasbordo dei 102 migranti salvati, che si aggiungono ai 74 già presenti a bordo. A quel punto la nave ha richiesto come da prassi un porto al centro per il coordinamento ricerche libico. Questo però ha potuto fornire solo quello di Tripoli, considerato non sicuro dalle convenzioni internazionali così come nessun altro porto della Libia.

La richiesta di un porto sicuro

Rifiutata l’offerta del porto di Tripoli, l’Ocean Viking ha quindi fatto appello ai paesi dell’Unione Europea affinché possa venire assegnato alla nave un porto sicuro in cui sbarcare. Richiesta ribadita anche nel comunicato di Sos Mediterranée apparso su Twitter: “Esortiamo Stati membri UE e autorità competenti ad assegnarci prontamente un luogo sicuro dove le 176 persone salvate possano essere sbarcate in sicurezza”.

In merito alla vicenda si è espressa anche la cofondatrice e vicepresidente di Sos Mediterranée Sophie Beau, che punta il dito contro l’immobilismo dei paesi europei: “È la quarta volta da quando l’Ocean Viking ha iniziato le operazioni che stiamo aspettando che ci venga assegnato un porto sicuro per sbarcare le persone salvate. Finora i governi dell’Ue non sono riusciti a istituire un meccanismo di sbarco conformemente al diritto marittimo. Gli accordi ad hoc non possono essere la soluzione. Chiediamo ai governi di porre fine a questa situazione inaccettabile”.