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Abusi in Chiesa in Messico: "Ci leggeva la Bibbia e ci toccava"

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I membri della Congregazione dei Legionari di Cristo in Messico avrebbero commesso abusi sessuali su bambine tra i 6 e i 9 anni in Chiesa.

Emergono nuovi particolari sul caso degli abusi sessuali in Chiesa ai danni di bambine in tenera età: i sacerdoti responsabili di violenze in Messico sono almeno 66. L’associazione Legionari di Cristo nacque nel 1941 per opera del padre messicano Marcial Maciel Degollado, responsabile di una sessantina di casi di violenza. Nonostante gli innumerevoli casi di abuso dei quali sarebbe artefice, il sacerdote non è mai stato scomunicato. Ciò grazie alle difese ricevute anche dall’allora cardinale Angelo Sodano.

Messico, abusi su minori in Chiesa

I dettagli che sono emersi sulla Congregazione dei Legionari di Cristo in Messico sono agghiaccianti: i membri dell’associazione avrebbero commesso abusi sessuali su minori in Chiesa. “Padre Ferdinando Martinez ci faceva chiamare in sagrestia- ha raccontato una ex vittima -, ci sistemava accanto a lui, a volte anche sulle sue gambe. Mentre ci leggeva la Bibbia o il Vangelo, ci masturbava“. Le violenze avvenivano su bimbe dai 6 ai 9 anni che frequentavano la scuola cattolica e pagavano rette salatissime. Una di loro, Ana Lucia Salazar, che ad oggi ha 36 anni, ha raccontato: “Ci leggeva dei passi della Bibbia mentre con una mano ci masturbava”. Il passato non si può dimenticare: “Dopo questo per noi bambine la vita non fu più la stessa”, ha confessato ancora.

Le indagini e il processo

Il fondatore dell’associazione, Martinez, morto nel 2008, non venne mai scomunicato grazie alle difese ricevute dal Vaticano. Molti dicevano che le violenze fossero soltanto voci. Tuttavia, nel dossier si specifica anche che i 33 sacerdoti considerati responsabili di abusi sessuali su minorenni sarebbero solo il 2,44% dei 1.353 legionari ordinati nel corso degli anni. A sbloccare il processo contro Martinez è stato Papa Ratzinger: nel 2006, infatti, condannò il prete messicano alla rinuncia al ministero pubblico. A lui venne imposta “una vita riservata di preghiera e di penitenza”, culminata con una confessione.