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Luis Arce trionfa alle elezioni in Bolivia

Luice Arce

L'exit poll pubblicato da Unitel vede Luis Arce in vantaggio col 52.4% dei voti per le elezioni presidenziali in Bolivia.

Sono arrivati i primi risultati delle elezioni in Bolivia. Luis Arce, esponente dell’ala politica di sinistra del paese, sarà il nuovo presidente. A dirlo è l’exit poll pubblicato da Unitel, una rete televisiva privata boliviana.

Bolivia, Luis Arce verso la presidenza

I risultati riportati dall’emittente tv danno Luis Arce in testa con il 52,4% dei voti. Dietro di lui c’è Carlos Mesa, candidato conservatore dalle posizioni più centriste ed ex presidente del paese dall’ottobre del 2003 al giugno del 2005. Quest’ultimo ha ottenuto il 31.5% dei voti. Per avere i risultati definitivi delle elezioni e l’ufficialità del tutto saranno necessari probabilmente ancora alcuni giorni.

Luis Arce fa parte del Movimento per il socialismo (Mas). Aveva già fatto parte del governo del paese in altre due occasioni. Aveva, infatti, avuto dal gennaio 2006 al giugno 2017 e poi dal gennaio al novembre 2019 l’incarico di ministro dell’Economia.

Il futuro presidente ha scelto come candidato alla vice presidenza David Choquehuanca. Choquehuanca già ha svolto dal gennaio del 2006 fino al gennaio del 2017 l’incarico di ministro dell’esteri. Inoltre, dal marzo dello stesso anno fino al novembre del 2019 ha ricoperto la posizione di Secretary General of the Bolivarian Alternative for the Americas (ALBA).

Il nuovo govero sarà ufficialmente operativo dal prossimo dicembre, secondo le previsioni. Tra le prime riforme che sembra voler portare avanti è quella de “il bonus contro la fame”. Si tratta di aiuto che vuole andare in supporto della parte più indigente della popolazione.

Il Mas ritornerà al governo dopo le controverse vicende che lo hanno recentemente coinvolto. Vicende che hanno visto come protagonista Evo Morales, ex presidente della Bolivia ed esponente principale del Mas.

Morales, ha, infatti, dovuto affrontare l’accusa di brogli elettorali da parte dell’opposizione. E’ stato anche considerato dalla magistratura imputabile di terrorismo. Questi eventi lo hanno portato alle dimissioni lo scorso novembre e all’esilio.