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Famiglia nel bosco, la decisione delle curatrici e cosa succederà ai bambini: "Il parere è negativo"

famiglia nel bosco

“Famiglia nel bosco”: isolamento e protezione dei bambini al centro di un caso sempre più dibattuto. Gli ultimi sviluppi della vicenda.

Il caso della cosiddetta “famiglia del bosco” solleva interrogativi sul confine tra libertà educativa dei genitori e tutela dei minori. Tre bambini, allontanati dai genitori per presunti rischi legati all’isolamento sociale e alla modalità di istruzione, sono al centro di un complesso procedimento giudiziario che coinvolge tribunali, curatori speciali e autorità locali. Ecco gli ultimi sviluppi.

“Il parere è negativo”. Famiglia nel bosco, perché i bimbi non tornano a casa

Nuovi sviluppi emergono sul caso della cosiddetta “famiglia del bosco”, i cui tre figli sono stati allontanati dai genitori Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, residenti in Abruzzo in un’area isolata.

Come riportato da Sky tg24, La tutrice Maria Luisa Palladino e la curatrice speciale Marika Bolognese hanno espresso un parere contrario al ricongiungimento dei bambini con i genitori, evidenziando che il breve periodo di osservazione nella struttura protetta di Vasto – appena una settimana – non è sufficiente per valutare se le criticità individuate dall’autorità giudiziaria minorile siano state superate.

Famiglia nel bosco, i bimbi non tornano a casa: ecco i prossimi passaggi giudiziari

La decisione finale spetta comunque al tribunale per i minorenni dell’Aquila, che sta esaminando con attenzione un fascicolo complesso comprendente relazioni degli assistenti sociali e della casa famiglia. Le prime valutazioni indicavano una forma di isolamento dei minori, legata all’approccio educativo dei genitori, che applicano principi di “unschooling” e limitano i contatti dei figli con coetanei e agenzie educative esterne.

Tuttavia, dopo il collocamento in comunità, i primi riscontri mostrerebbero segnali incoraggianti: i bambini avrebbero iniziato a manifestare autonomia e relazioni positive, mentre i genitori avrebbero dimostrato un atteggiamento più collaborativo, accettando la casa messa a disposizione dall’imprenditore Armando Carusi.

Nel frattempo, le autorità italiane proseguono le valutazioni. Martedì il console australiano visiterà la struttura protetta di Vasto, mentre l’udienza davanti alla Corte d’Appello civile è fissata per il 16 dicembre. I tre minori restano in comunità, con la madre che può vederli solo in alcuni momenti della giornata, mentre il padre continua a vivere nella casa nel bosco acquistata nel 2021. Gli avvocati della coppia anglo-australiana stanno lavorando sia sulla collaborazione con i servizi sociali sia sul ricorso legale, pronti a difendere la possibilità di un futuro ricongiungimento familiare.