La vicenda della famiglia nel bosco continua a catturare l’attenzione tra diritto dei genitori, tutela dei minori e istruzione dei bambini. Al centro della discussione restano le scelte educative di Nathan e Catherine, le condizioni abitative dei figli e il loro percorso di socializzazione, mentre il procedimento giudiziario prosegue verso un momento cruciale. Ecco la decisione dei giudici della Corte d’Appello dell’Aquila.
Famiglia nel bosco, i nodi della vicenda: istruzione, privacy e tutela dei minori
Il dibattito si concentra soprattutto sull’istruzione dei bambini, elemento chiave nella controversia. Secondo la tutrice, i minori “non sanno leggere, stanno imparando ora l’alfabeto” e la più grande, di otto anni, “sa scrivere il suo nome sotto dettatura”, un giudizio che contrasta con quanto attestato da una scuola di Brescia.
Gli avvocati Femminella e Solinas hanno inoltre evidenziato la mancanza di emergenza e di documentazione sufficiente a giustificare l’allontanamento dei bambini, sottolineando che l’istruzione parentale, sancita dalla Costituzione, non era stata trascurata. La vicenda ha anche sollevato questioni di privacy: Alessandra De Febis, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Abruzzo, ha dichiarato che “è stata violata la privacy di questi bambini. Se fino ad ora si è sbagliato, è arrivato il momento di non sbagliare più”, richiamando l’attenzione sulla necessità di tutelare a lungo termine il benessere dei minori.
Parallelamente, il caso ha coinvolto autorità politiche e consolari, con interventi di figure come il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha auspicato una decisione “prima di Natale di modo che la scelta faccia capire a questi ragazzi se passeranno il Natale con i loro genitori”.
Famiglia nel bosco, i tre bambini allontanati e trasferiti in un centro protetto: il verdetto dei giudici
Il giorno che avrebbe dovuto sancire una decisione definitiva sul futuro della famiglia di Palmoli è stato posticipato. La Corte d’Appello dell’Aquila si è “riservata” di pronunciarsi sul ricorso presentato dai legali di Nathan e Catherine, coppia anglo-australiana i cui tre figli minori erano stati allontanati e collocati in un centro protetto alla presenza della madre dal Tribunale per i Minorenni.
In ambito giuridico, la dicitura “si riserva” indica che il giudice non prende una decisione immediata durante l’udienza, ma si prende tempo per esaminare più approfonditamente gli atti e la documentazione.
L’udienza documentale, svolta da remoto ieri, martedì 16 dicembre, ha visto i legali della coppia presentare memorie e documenti volti a dimostrare un cambiamento nell’atteggiamento della famiglia, pronta a ristrutturare la casa di Palmoli, permettere ai figli di frequentare la scuola e completare il percorso vaccinale. La Corte ha ora 60 giorni di tempo per deliberare, con scadenza fissata al 27 gennaio.