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Fringe benefit, la soglia non tassabile passa da 600 a 3mila euro: cos'è e a chi spetta

Fringe Benefit cos'è

È una delle misure più importanti del decreto aiuti quater e permette di alleviare le spese per utenze domestiche: cos'è il fringe benefit.

Con il decreto aiuti quater firmato nelle scorse ore, è stato aumentato il limite del fringe benefit che, dai precedenti 600 euro, previsti dal Governo Draghi è stato portato a 3 mila euro. Grazie a questa misura lavoratori e lavoratrici potranno far fronte all’importante aumento dei costi delle bollette energetiche grazie ad un intervento degli stessi datori di lavoro. Tale somma potrà essere erogata fino al 31 dicembre 2022. 

Fringe Benefit cos’è: il comunicato di Palazzo Chigi 

In cosa consiste dunque il fringe benefit? Per capirlo è bene partire dal testo contenuto nel comunicato di Palazzo Chigi che ha mostrato nel dettaglio le misure previste nel decreto aiuti quater: “Si innalza per il 2022 il tetto dell’esenzione fiscale dei cosiddetti “fringe benefit” aziendali, fino a 3mila euro. Si tratta di una misura di welfare aziendale che punta a incrementare gli stipendi dei lavoratori, attraverso il rimborso anche delle utenze (acqua, luce e gas)”.

È bene inoltre segnalare che si tratta di una misura esentasse, pertanto il bonus non viene tassato né per i lavoratori né per i datori. Ne beneficiano inoltre le imprese del settore privato, ma non quelle della Pubblica Amministrazione. 

Come si richiede il fringe benefit 

Il fringe benefit non è una misura obbligatoria. L’Agenzia delle Entrate, in una circolare dello scorso 4 novembre che riportava i precedenti limiti, ha segnalato che il datore deve acquisire e conservare la documentazione relativa al pagamento delle bollette da parte del lavoratore. Diversamente “il datore di lavoro può acquisire una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, con la quale il lavoratore richiedente attesti di essere in possesso della documentazione comprovante il pagamento delle utenze domestiche, di cui riporti gli elementi necessari per identificarle, quali ad esempio il numero e l’intestatario della fattura (e se diverso dal lavoratore, il rapporto intercorrente con quest’ultimo), la tipologia di utenza, l’importo pagato, la data e le modalità di pagamento”.