Un nuovo dramma ha colpito Gaza con la tragica morte di Suleiman Al Obeid, conosciuto come il “Pelé palestinese”. Figura simbolo del calcio locale, Al Obeid non era solo un talento sportivo, ma anche un’icona di speranza e resilienza per la sua comunità. La sua scomparsa segna una perdita profonda non solo per il mondo dello sport, ma per l’intera Palestina, che oggi piange uno dei suoi eroi più amati.
Nuovo orrore a Gaza: morto il Pelé palestinese
Secondo l’ONU, che monitora gli ingressi nella Striscia con un sistema elettronico, negli ultimi due mesi e mezzo solo il 10% degli alimenti e dei beni di prima necessità ha raggiunto effettivamente la popolazione. In mezzo a storie di fame, sete e violenze, Suleiman Al Obeid è morto mercoledì scorso, vittima dei colpi sparati dall’esercito israeliano durante la distribuzione di aiuti. Il 41enne, ex seconda punta dotato di grande tecnica e agilità, incarnava una speranza per molti palestinesi, rappresentando con il suo talento un faro in un contesto segnato da un dramma civile molto più ampio.
Morto il Pelé palestinese: chi era Suleiman Al Obeid
Conosciuto come il “Pelé palestinese”, Suleiman Al Obeid aveva una carriera luminosa alle spalle, con oltre cento gol segnati e 24 presenze nella nazionale palestinese tra il 2007 e il 2013. Dopo essere stato costretto lontano dai campi di gioco a causa del conflitto, la sua morte durante un attacco israeliano ha suscitato dure reazioni, tra cui quelle di Mohamed Salah, che ha chiesto maggiore chiarezza sulle circostanze della tragedia.
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La Federazione palestinese ha confermato che Suleiman è stato ucciso mentre attendeva gli aiuti umanitari, ricordando anche che oltre 300 sportivi locali hanno perso la vita in questo conflitto, sottolineando così il grave impatto della guerra anche sul mondo dello sport.