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Genitori di bambina immunodepressa denunciano scuola

Bambina immunodepressa a casa da scuola

La bimba è stata costretta a 5 settimane di assenza per non contrarre la varicella da due compagni non vaccinati per motivi ideologici.

I genitori di una bambina immunodepressa hanno presentato una denuncia contro ignoti alla procura di Treviso. L’accusa è di omissione d’atti d’ufficio, istigazione alla disobbedienza e tentata epidemia. La coppia è stata costretta a tenere la figlia a casa dall’asilo per cinque settimane, a causa della presenza nella sua classe di due bambini malati di varicella, non vaccinati per motivi ideologici. Un grave fattore di rischio per la bimba, sottoposta a trapianto e dichiarata “non responder” dopo il primo tentativo di vaccinarla: il suo sistema immunitario non risponde correttamente al vaccino, dunque non può essere più sottoposta al trattamento.

Le parole della madre

La magistratura deve “prendere posizione sui vaccini”, è una questione troppo delicata per essere lasciata nelle mani dei presidi, ha dichiarato la madre. È un problema medico e come tale deve essere affrontato, non una disputa ideologica: “Più vaccinati ci sono, più i nostri figli [immunodepressi] sono al sicuro”. La donna ha sottolineato il rischio (concreto se verrà applicata la circolare del ministro Grillo) di mettere nella stessa classe bambini non vaccinati per motivi sanitari e figli di genitori no vax per ragioni ideologiche.

I rischi

Sulla vicenda della bambina immunodepressa è intervenuta anche Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati Pd. È probabile, ipotizza, che ci saranno presto casi come quello di Treviso in tutta Italia e “non si può escludere che moriranno dei bambini”. Il Partito democratico è “pronto a dare battaglia”.

I rappresentanti del Comitato Senza Filtro, che raccoglie numerosi pazienti trapiantati nella regione Veneto, hanno portato alla luce altre problematiche. Il rischio non riguarda solo la scuola. L’aumento dei non vaccinati genera nei pazienti immunodepressi anche la “paura di dare una mano, di cenare in un ristorante, di andare in piscina”.

La decisione dei presidi

L’Associazione Nazionale dei Presidi (ANP) nel frattempo ha fatto sapere che per l’anno scolastico 2018/2019 continueranno ad applicare la legge Lorenzin, e non la circolare del ministro Grillo. Per potersi iscrivere, i bambini dovranno presentare il certificato Asl che attesta le avvenute vaccinazioni obbligatorie.