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Dai giochi alle macerie: la storia della bambina di Gaza con i capelli bianchi

La bambina di Gaza con i capelli bianchi

In questi giorni è diventata virale la storia della bambina di Gaza con i capelli bianchi a causa di una malattia innescata dallo stress psicologico: di cosa si tratta

La storia di Lana al-Sharif, una bambina palestinese di 10 anni che vive nella Striscia di Gaza, colpita da vitiligine dopo un bombardamento israeliano, è diventata virale in questi giorni. La piccola è conosciuta anche come la “bambina anziana” per via del suo aspetto, a causa dei folti capelli grigi e grandi chiazze chiare sulla pelle, segni evidenti della vitiligine determinati dalla morte (o dal blocco) delle cellule che producono il pigmento melanina.

La storia Lana al-Sharif, la bambina di Gaza dai capelli bianchi

Come indicato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la vitiligine è una malattia della pelle “di origine sconosciuta” ma “probabilmente autoimmune”. La bimba, come raccontato dal padre Khalil al Middle East Eye, oggi vive con la sua famiglia in un campo profughi a Khan Younis nel Sud della Striscia di Gaza, e ha sviluppato questa condizione all’improvviso, dopo un bombardamento israeliano nel quartiere in cui abitava nel gennaio 2024, qualche mese dopo il massacro del 7 ottobre organizzato da Hamas. Dopo l’attacco dei militari israeliani la bambina, trasferita in ospedale per una crisi di panico, tremò per un giorno intero e al rientro a casa avrebbe iniziato a sviluppare i primi sintomi di una condizione che è peggiorata nel tempo. “Le macchie sono diventate più visibili sul suo viso, poi si sono diffuse su tutto il corpo. Negli ultimi sei mesi, la situazione è diventata molto difficile, i suoi capelli hanno lentamente iniziato a ingrigirsi”, ha spiegato il padre al quotidiano specializzato in Medio Oriente. “Vediamo medici da oltre un anno. Speravano che i farmaci aiutassero, ma senza cure adeguate – e con i continui bombardamenti che lasciano Lana tremante – le sue condizioni continuano a peggiorare”, ha concluso l’uomo. A confermare la diagnosi di vitiligine è stata l’equipe medica straniera che è riuscita a visitare la piccola al campo profughi. Il suo caso era stato considerato “non prioritario” alla luce delle moltitudini di altri pazienti che necessitano di cure urgenti. Stando a quanto riportato dall’OMS, nei campi profughi palestinesi si contano fino a 14.000 persone gravemente malate che necessitano di cure mediche, tra le quali circa 4.500 bambini (dato di marzo 2025).

Gaza, moltissimi palestinesi vittime di disturbo da stress post-traumatico (PTSD)

Il caso di Lana, sebbene non considerato urgente rispetto ad altre situazioni di maggior bisogno, evidenzia un impatto psicologico devastante, su una bambina duramente provata dalla guerra in corso e dalla crisi umanitaria causata dai blocchi israeliani degli aiuti. Come afferma il padre al Middle East Eye, la figlia teme di uscire dalla sua tenda da sola, per paura del bullismo da parte di altri bambini per il suo aspetto. Lana, tuttavia, è solo una tra i moltissimi palestinesi vittime di disturbo da stress post-traumatico (PTSD), che può innescare anche la vitiligine. Fra le cause della malattia, come evidenziato dalla Mayo Clinic, una delle principali organizzazioni sanitarie degli Stati Uniti, vi sono “un disturbo del sistema immunitario (malattia autoimmune), la storia familiare (ereditarietà) e un evento scatenante, come stress, gravi scottature solari o traumi cutanei, come il contatto con una sostanza chimica”. “La condizione può colpire la pelle di qualsiasi parte del corpo. Può colpire anche i capelli e l’interno della bocca”, sottolinea la Mayo Clinic.