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Grecia: 85 morti negli incendi e 1218 case inagibili

Almeno 85 morti negli incendi in Grecia

Oltre 1200 famiglie sono senza una casa e i forti venti e i temporali in arrivo preoccupano i vigili del fuoco.

Continua a salire il bilancio delle vittime degli incendi che stanno devastando la Grecia. Secondo i dati forniti dal Ministero della Sanità, i morti sarebbero 85. Alcuni di loro sono deceduti dopo l’arrivo in ospedale, ma nella maggior parte dei casi si tratta di corpi trovati senza vita nelle abitazioni e nei boschi. Altri numeri drammatici arrivano dal Ministero delle Infrastrutture: il 49% delle case danneggiate dalle fiamme è stato dichiarato inagibile. Si tratta di 1.218 abitazioni e altrettante famiglie che si ritrovano improvvisamente senza un tetto sopra la testa.

Le aree colpite

Copernicus, l’agenzia europea che effettua rilevazioni satellitari delle aree interessate da emergenze, ha diffuso i primi dati sulle regioni devastate dalle fiamme. La zona maggiormente colpita è quella turistica di Rafina, dove il fuoco ha provocato “un numero significativo di morti, l’evacuazione di villaggi e danni alle cose, bruciando al contempo migliaia di ettari di silvicoltura”. Secondo le stime di Copernicus, degli 11.200 abitanti della regione almeno 3.700 hanno subito danni alle proprie abitazioni. In fiamme anche Geraneia, ma i danni registrati sono di minore entità. Sono circa 450 gli sfollati, su un totale di 7.400 cittadini. Quest’area, rispetto alla prima, presenta una minore densità abitativa: a bruciare sono state soprattutto le zone boschive, ricche di arbusti e alberi secchi.

I vigili del fuoco sono riusciti a domare gli incendi nella regione di Kineta. Qui non sono state registrate vittime, ma la tensione resta alta a causa dei forti venti che rischiano di alimentare nuovi roghi e dei temporali previsti per le prossime ore.

Mati, villaggio simbolo della tragedia, è stato completamente distrutto dalle fiamme. In molti tra i locali attribuiscono la colpa di una tale devastazione all’abusivismo imperante nella zona e ai “governi [che] hanno condonato l’edificazione di abitazioni senza regole” e che hanno “permesso a tutti di costruire ovunque, anche sulla spiaggia”.