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Guerra in Ucraina, perché Putin ha incontrato il cancelliere austriaco e non altri leader Ue?

Vladimir Putin e Karl Nehammer

Putin ha incontrato il cancelliere austriaco. Un incontro "molto duro e non amichevole", come ha spiegato Karl Nehammer di ritorno da Mosca. 

Il perché Putin abbia incontrato di persona il cancelliere austriaco e non altri leader Ue risiede nella posizione specifica che il paese del cancelliere occupa. Sono ragioni che si fondano su una caratteristica storica e geopolitica che solo l’Austria possiede fra i paesi che hanno deciso di interagire con lo “zar”. Un incontro “molto duro e non amichevole”, come ha spiegato Karl Nehammer di ritorno da Mosca.

Perché Putin ha incontrato il cancelliere austriaco

Assodato che il “fallimento emotivo” e diplomatico della missione di Nehammer tutto possa essere definito meno che una doccia fredda a contare le circostanze, resta da sciogliere un nodo. Ed è il nodo per cui Vladimir Putin, che con gente come Emmanuel Macron ed Olaf Sholtz ci ha voluto parlare solo al telefono, ha accettato di ricevere in dacia il premier di un paese che tutto sommato ha “skill” geopolitiche alte ma non immense come quelle di Francia o Germania. La parole chiave è Nato: mentre i rappresentanti Ue che hanno interagito finora con Putin sono leader di stati membri dell’Alleanza Atlantica, cioè di quello che di fatto è un “nemico non belligerante” per usare un termine caro a Mussolini nel ‘40, l’Austria dalla Nato ne è fuori.

Cosa firmò l’Austria nel 1955 all’Urss

E ne sta fuori proprio grazie alla Russia ma quella socialista, che nel 1955, dieci anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale e non volendo l’Occidente alle porte di casa (all’epoca la Jugoslavia era nell’orbita Urss) ingiunse al paese che aveva dato i natali ad Adolf Hitler di restare neutrale a vita e di diventare un paese cuscinetto anziché una “metastasi dell’ovest” attaccata alla Cortina di Ferro. Non è un caso infatti che la legge austriaca vieti espressamente anche l’installazione sul territorio nazionale di basi militari straniere. Quella scelta è il frutto della “dichiarazione di neutralità perpetua” che venne sottoscritta il 26 ottobre 1955. Insomma, oltre che al suo Parlamento Nehammer riferisce ad Ursula von der Leyen ma non lo fa a Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato. E per Putin la differenza è sostanziale.