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Identificati i “mostri di Motyzhyn”, i peggiori macellai di Putin

Uno dei "mostri di Motyzhyn"

Identificati i “mostri di Motyzhyn”, i peggiori macellai di Putin erano un gruppo di soldati russi e di mercenari Wagner guidati da un tenente anziano

Identificati i “mostri di Motyzhyn”, i peggiori macellai di Putin autori di una delle stragi più terribili nel quadrante intorno alla città simbolo dell’orrore, Bucha. Servizi di sicurezza ucraini e procuratore generale hanno rintracciato gli otto soldati autori della mattanza che aveva portato ad efferatezze ed uccisioni, in particolare della famiglia della sindaca del piccolo villaggio a nord ovest di Kiev. Nello specifico si tratterebbe di otto soldati russi, tre dei quali sono mercenari del gruppo Wagner, capitanati da un tenente anziano.

Identificati i “mostri di Motyzhyn”

Sono tutti accusati di aver torturato e ucciso diversi civili mentre occupavano la cittadina di Motyzhyn. Lo hanno confermato anche le testimonianze dei sopravvissuti: quegli otto sono assassini sanguinari. A far fede il caso è quello della sindaca di Motyzhyn, Olga Sukhenko. La donna era stata rapita il 23 marzo con suo marito Igor e poi con suo figlio Alexander, ex calciatore di serie cadetta, prelevato dopo un giorno. I loro cadaveri furono trovati in due fosse poco profonde e quello del padre in una fogna.

Il racconto horror del procuratore generale

E il procuratore generale ucraino Iryna Venediktova ha scritto su Facebook: “Hanno costretto la madre a guardare mentre sparavano suo figlio a una gamba. Poi lo hanno ucciso, con un colpo alla testa. L’intera famiglia è morta per molteplici ferite da arma da fuoco“. Ma non è finita: “Una delle loro vittime è stata uccisa perché vestita di nero. Suo padre è stato preso in ostaggio e tenuto in un fienile ammanettato e bendato praticamente senza cibo né acqua“. Poi la terribile chiosa: “Due volontari che stavano cercando di trasportare aiuti umanitari alla gente del posto nella Motyzhyn occupata, dopo essere stati interrogati e torturati, sono stati portati nella foresta e fucilati”.