> > Il caso della aggressione a Emanuele Fiano pone interrogativi inquietanti sul...

Il caso della aggressione a Emanuele Fiano pone interrogativi inquietanti sulla Democrazia

img 1975

Un clima di forte tensione ha caratterizzato un incontro universitario a Venezia, dove il presidente di Sinistra per Israele, Emanuele Fiano, è stato interrotto da attivisti del Collettivo Sumud.

L’evento, focalizzato sulla pace in Medio Oriente e sulla soluzione a «due popoli, due Stati», è stato bloccato da slogan, urla e striscioni contro il sionismo, impedendo al deputato di proseguire il suo intervento.

Emanuele Fiano ha espresso un profondo turbamento per l’accaduto, sottolineando come gli fosse già stato negato il diritto di parola al padre, nel 1938, durante l’inizio delle leggi razziali.

«Vivo sotto scorta da 15 anni e quello che ho provato non è stata paura fisica, ma un turbamento destabilizzante perché impedire a qualcuno di parlare è l’inizio di una strada che porta alla violenza. Prima c’è quella verbale e poi arriva quella fisica» ha dichiarato, rimarcando l’importanza delle università come luoghi di democrazia e libertà di pensiero.

Il gruppo contestatore ha infatti continuato a essere presente in aula, mostrando cartelli e leggendo comunicati, fino alla chiusura della sede universitaria prevista per le 19, momento in cui hanno lasciato l’edificio. Fiano ha aggiunto che non intendeva concludere l’incontro con un’uscita anticipata, come se fosse stato cacciato, e ha confermato la volontà di tornare a partecipare a future iniziative, ribadendo però il proprio giudizio sull’atteggiamento dei manifestanti: «È stato un atteggiamento fascista».

Le reazioni politiche alla protesta

La vicenda ha suscitato immediati riscontri nel mondo politico, con espressioni di solidarietà a Emanuele Fiano ma anche commenti critici verso la definizione di fascismo usata per descrivere gli oppositori. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha dichiarato sui social: «A Emanuele Fiano, con cui ho sempre avuto un rapporto personale simpatico, esprimo vicinanza, ma in questo caso parlare di fascismo come principio guida per chi protesta è un po’ azzardato».

Matteo Salvini, leader della Lega e Ministro, ha commentato: «Zittire chi la pensa diversamente è l’opposto della libertà e della democrazia: quanto accaduto oggi a Venezia è grave e inaccettabile».

Contesto e implicazioni sull’ambiente universitario

Questi episodi riflettono una crescente polarizzazione in ambito accademico e politico, questioni che coinvolgono il dibattito su temi internazionali sensibili come il conflitto israelo-palestinese. Le università, tradizionalmente spazi di libera espressione e confronto, si trovano spesso a dover contemperare diritti e opinioni divergenti in contesti molto complessi.

Il caso di Ca’ Foscari evidenzia la necessità di gestire con equilibrio e rispetto tale diversità di voci, garantendo al tempo stesso la sicurezza e la possibilità di discutere liberamente di temi fondamentali per la politica internazionale e i diritti umani.

Resta il monito da parte di Emanuele Fiano che bloccare il dialogo rischia di alimentare forme di conflitto più gravi, sottolineando l’importanza di difendere un dibattito civile anche quando le opinioni sono contrapposte.

Emanuele Fiano interrotto dagli attivisti pro Pal a Venezia durante un incontro all’università sulla pace in Medio Oriente

L’episodio di intolleranza che ha colpito Emanuele Fiano merita una condanna netta e senza riserve. Numerose personalità politiche hanno espresso solidarietà nei suoi confronti evidenziando la gravità dell’accaduto.

Il responsabile Esteri del Partito Democratico, Peppe Provenzano, ha definito quanto successo come un «atto di prevaricazione e intolleranza». La senatrice Simona Malpezzi ha sottolineato che «Lele crede nel confronto, non è accettabile che gli si impedisca di parlare». Anche Piero Fassino ha commentato: «È stato un atto intollerabile, figlio dei pregiudizi e del fanatismo».

Carlo Calenda, a nome della comunità di Azione, ha dichiarato: «Solidarietà e un abbraccio a Lele Fiano da parte mia e di tutta la comunità di Azione». Mentre l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso il proprio disappunto dicendo: «Impedire a un nostro concittadino ebreo di parlare in un’università mi ripugna».

Anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha garantito il sostegno a Fiano affermando: «Le università sono e devono rimanere luoghi di confronto, di cultura, di dialogo e di libertà: la violenza, la censura e la sopraffazione devono restare fuori dalle aule».

Un dibattito interrotto e la voce della Comunità Ebraica

All’incontro era presente anche Dario Calimani, presidente della Comunità Ebraica di Venezia, che ha denunciato l’interruzione violenta del dibattito: «Era la prima volta che all’università qualcuno tentava di svolgere un confronto non schierato, ma con una prospettiva almeno minimamente distaccata. Tuttavia, il dibattito è stato interrotto e ostacolato con megafoni».

Calimani ha poi aggiunto l’importanza di una conoscenza minima della storia per poter affrontare un dibattito vero: «Invece si procede con slogan silenziando gli altri. Questo non è democrazia, né tantomeno, in alcuni casi, può essere impropriamente definita resistenza. Comunque, onore ai giovani organizzatori di Futura».