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Il ministro Speranza finisce sotto scorta dopo le minacce di no vax e no Green pass

Speranza scorta

Per il ministro Roberto Speranza si sarebbe resa necessaria la scorta dopo le minacce ricevute dai no vax e dai no Green pass.

Secondo un’indiscrezione del Foglio, il ministro della Salute Roberto Speranza sarebbe sotto scorta dopo le minacce ricevute dai no vax e dai no Green pass, gli stessi che oggi si accingono a manifestare contro il certificato verde bloccando le stazioni di 54 città italiane. Anche il ministro Di Maio, così come giornalisti e virologi, è stato oggetto di minacce e insulti. “Non mi faranno paura” Queste le prime parole del ministro Speranza agli italiani che lo hanno minacciato.

Speranza sotto scorta

Questo quanto scritto dal quotidiano da parte del direttore Claudio Cerasa: “La notizia appresa ieri dal Foglio della scorta improvvisamente resasi necessaria per il ministro della Salute Roberto Speranza a seguito di ripetute minacce dovrebbe suggerire una maggiore cautela a tutti quei politici che con molta disinvoltura tendono a giustificare gli estremismi non vax“.

Speranza sotto scorta: minacciati anche giornalisti e virologi

Le frasi minacciose provengono soprattutto dal gruppo Telegram “Basta dittatura” i cui iscritti (circa 40 mila) continuano a rilanciare attacchi violenti contro politici, virologi e giornalisti “responsabili del regime“. Hanno anche reso noti i loro indirizzi e numeri di telefono per inviare loro insulti e intimidazioni.

Speranza sotto scorta: parla Ricciardi

Su minacce e insulti è intervenuto il consigliere del Ministero della Salute Walter Ricciardi, il quale ha applaudito il ministro Lamorgese e le forze dell’ordine che sono al lavoro per identificare e perseguire i responsabili. “Io sono stato sempre minacciato, dall’inizio della pandemia subiamo questo tipo di pressioni ma c’è stata un’intensificazione negli ultimi 5-6 giorni“, ha aggiunto affermando di non avere paura e di essere, con la coscienza pulita, impegnato per lavorare a vantaggio della popolazione.

Nella mia vita ho affrontato prove difficili, a partire dal mio tirocinio al Pronto Soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli quando arrivavano a frotte persone ferite da arma da fuoco. Ne ho viste di tutti i colori, non mi fa né caldo né freddo, però mi fa molta tristezza“, ha concluso.