La legittima difesa è uno dei temi più delicati del diritto penale, dove la protezione della propria vita e della famiglia può entrare in conflitto con le norme sulla proporzionalità della reazione. Il caso di Sandro Mugnai, assolto per aver ucciso il vicino che assaltava la sua abitazione con una ruspa, riaccende il dibattito su quando la difesa personale diventa giustificata e quando può sfociare in eccesso punibile dalla legge.
Il vicino stava demolendogli casa e lui lo uccise
Il processo ha ricostruito nei dettagli la notte di violenza del gennaio 2023, con la Procura che aveva definito la reazione dell’artigiano “precipitosa, avventata e sproporzionata“, sostenendo che l’esito mortale avrebbe potuto essere evitato. La pm Laura Taddei aveva chiesto una condanna di quattro anni, riqualificando l’accusa da omicidio volontario a eccesso colposo di legittima difesa. La difesa, guidata dagli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli, ha invece insistito sul diritto di Mugnai a proteggere se stesso e la sua famiglia, definendo la sua azione pienamente giustificata.
La vicenda aveva già attraversato fasi complesse: un primo giudice aveva disposto approfondimenti sull’omicidio volontario, mentre in precedenza era stata riconosciuta la legittima difesa da parte della magistratura. Alla fine, la Corte d’Assise ha assolto Mugnai con formula piena, dichiarando che “il fatto non costituisce reato“.
Il vicino stava demolendogli casa e lui lo uccise: assolto per legittima difesa
Sandro Mugnai, artigiano di San Polo (Arezzo) di 56 anni, è stato assolto dalla Corte d’Assise di Arezzo per l’omicidio del vicino di casa Gezim Dodoli, avvenuto il 5 gennaio 2023. La tragedia si era consumata quando Dodoli, 59enne, aveva preso di mira l’abitazione di Mugnai con una ruspa, danneggiando veicoli parcheggiati e sfondando parte della struttura durante la cena dell’Epifania.
Di fronte a questa minaccia diretta, l’artigiano aveva impugnato la sua carabina da caccia, sparando diversi colpi che hanno provocato la morte immediata di Dodoli. I giudici hanno stabilito che Mugnai ha agito in legittima difesa, riconoscendo come determinanti le circostanze di pericolo estremo, il buio, l’isolamento della zona e la presenza della famiglia in casa.
Alla lettura della sentenza, Mugnai ha dichiarato: “Adesso cercherò di ritrovare la serenità… sono contento per questa sentenza, ma per me non c’è nulla da festeggiare. Perché una persona è morta“.