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Guerra Iran-Israele, pioggia di missili nella notte: Trump pronto a intervenire

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Trump pronto ad agire nella guerra Iran-Israele: piani d’attacco approvati, ma nessun ordine esecutivo. Gli ultimi aggiornamenti.

La tensione tra Iran e Israele ha raggiunto nuovi livelli di escalation, con scambi di fuoco sempre più intensi e un bilancio che si aggrava di ora in ora. Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump avrebbe approvato i piani per un eventuale attacco all’Iran. Lo scenario internazionale si complica, mentre gli occhi del mondo restano puntati sulla guerra in Medio Oriente.

Guerra Iran-Israele, escalation senza sosta

Lo scontro militare tra Tel Aviv e Teheran mette a confronto due strategie radicalmente diverse: da un lato la supremazia aerea israeliana, con l’uso intensivo di jet F-35 per colpire in profondità; dall’altro la capacità iraniana di proiettare una pioggia di razzi a lungo raggio. Il conflitto ha definitivamente fatto saltare quel poco che restava dell’equilibrio regionale.

Un missile partito dall’Iran ha centrato in pieno il grande ospedale Soroka di Beer Sheva, nel sud di Israele. I primi soccorsi parlano di danni ingenti alla struttura e di un alto rischio di cedimenti.

All’alba, una raffica di circa venti missili balistici è stata lanciata dal territorio iraniano in direzione di Israele. Diversi di questi hanno colpito direttamente aree urbane nel centro del Paese, tra cui Tel Aviv, Holon e Ramat Gan. Il servizio di emergenza Magen David Adom ha confermato la presenza di feriti. Le squadre di emergenza riferiscono che almeno quattro aree tra il sud e il centro di Israele sono state bersaglio diretto dell’attacco. Gush Dan risulta tra le zone colpite, con danni registrati anche in una struttura situata nel deserto del Negev.

Nel frattempo, le sirene d’allarme stanno risuonando ininterrottamente a Tel Aviv e in molte altre località del Paese, segnalando nuovi lanci di razzi. Forti esplosioni sono state udite nel cuore della città, come confermato dai reporter ANSA presenti sul posto. In risposta, le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno condotto nella notte una nuova serie di raid aerei su Teheran e nelle aree circostanti. Secondo fonti locali riportate da Al Jazeera, esplosioni sono avvenute nella capitale iraniana e nella vicina Karaj.

Intanto, il presidente russo Vladimir Putin – intervenendo davanti a rappresentanti delle principali agenzie internazionali – ha dichiarato che i siti nucleari sotterranei dell’Iran “sono ancora operativi e intatti”. Ha inoltre affermato che gli attacchi israeliani hanno avuto come effetto il rafforzamento del sostegno popolare intorno alla leadership iraniana.

“Questa è una questione delicata e ovviamente dobbiamo stare molto attenti, ma a mio parere si può trovare una soluzione“, ha detto a un gruppo di giornalisti.

Il presidente russo, però, ha precisato che l’Iran, nonostante gli attacchi israeliani, non ha richiesto aiuto militare a Mosca.

Guerra Iran-Israele, escalation senza sosta: Trump pronto a intervenire

Secondo quanto riportato da Bloomberg, gli Stati Uniti starebbero valutando la possibilità di un’azione militare contro l’Iran nei prossimi giorni, con un’eventualità crescente che l’operazione possa essere avviata già nel fine settimana. Alcuni funzionari dell’amministrazione americana – citati in forma anonima – avrebbero sottolineato che il quadro resta fluido e soggetto a rapidi cambiamenti.

L’ipotesi di un intervento armato rappresenterebbe un chiaro segnale della volontà di Washington di predisporre nel Medio Oriente l’apparato logistico e militare necessario per un coinvolgimento diretto nel conflitto con Teheran. Secondo il Wall Street Journal, il presidente Donald Trump avrebbe dato il proprio assenso preliminare ai piani operativi, pur riservandosi di autorizzarne l’esecuzione definitiva solo in un secondo momento. La decisione finale, secondo quanto riferito da fonti vicine all’amministrazione, dipenderebbe dalla disponibilità dell’Iran a interrompere il proprio programma di arricchimento nucleare.

In caso di attacco, gli Stati Uniti avrebbero individuato come obiettivo prioritario l’impianto nucleare di Fordow, situato in profondità sotto una montagna. Solo armamenti speciali come le bombe bunker-buster statunitensi sarebbero in grado di colpire efficacemente le strutture sotterranee in cui si trovano i siti di arricchimento dell’uranio.

Il New York Times riporta che un alto funzionario iraniano avrebbe espresso apertura a un dialogo con gli Stati Uniti, in risposta all’invito lanciato da Trump per un incontro con il suo inviato speciale Steve Witkoff o con il vicepresidente J.D. Vance. Il viceministro Abbas Araghchi si sarebbe detto disponibile a discutere un possibile cessate il fuoco con Israele, mentre Washington insiste affinché i colloqui si concentrino sul programma nucleare. Secondo il Wall Street Journal, Trump vorrebbe lasciare spazio alla diplomazia prima di autorizzare un attacco, mantenendo aperta la possibilità di una de-escalation.