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Israele, la presa di posizione di Tajani: "Va sventata una escalation"

Tajani

Il ministro degli esteri Antonio Tajani parla in un'intervista di quanto sta succedendo in Medio Oriente: le dichiarazioni su Israele

Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha rilasciato una lunga ed interessante intervista al ‘Corriere della Sera’ in cui parla degli ultimi drammatici eventi avvenuti in Medio Oriente. Dall’attacco su larga scala sferrato da Hamas nella giornata di sabato alle prime risposte di Israele: nella striscia di Gaza la tensione è tornata altissima.

Israele, parla Tajani: evitare escalation

“Va sventato il rischio di una escalation che avrebbe conseguenze incalcolabili e incontrollabili sul piano regionale, che andrebbero a sommarsi a un quadro già difficilissimo in altre aree del mondo, a partire dal conflitto in Ucraina” – racconta Tajani al Corriere, spiegando poi che – “In Medio Oriente vanno tenute debitamente presenti le complesse dinamiche di una regione in movimento.” La cosa più importante in questo momento, secondo il ministro degli esteri, è quella di evitare un inasprimento ulteriore delle tensioni: “La situazione richiama paradossalmente la necessità di riportare il processo di pace al centro dell’attenzione internazionale. Siamo pronti a lavorare per favorire il raffreddamento delle tensioni, come già ottenuto a inizio anno con le intese di Aqaba e Sharm el-Sheikh, e la successiva ripresa di una prospettiva politica”.

Israele, parla Tajani: la posizione dell’Italia

Il ministro ribadisce ancora una volta qual è la sua posizione e quella dell’Italia su quanto successo in Israele: “Voglio essere chiaro: l’aggressione di Hamas in territorio israeliano va condannata con la massima fermezza. E noi riconosciamo il pieno diritto di Israele a difendersi, tanto più di fronte a una aggressione come questa che sta sconvolgendo il mondo per la ferocia, la bestialità come perfino il vilipendio dei cadaveri di atti contro civili e non di azioni militari”. Il lavoro di mediazione, probabilmente sarà lungo e complesso, ma necessario per evitare un peggioramento della situazione: “Io ho già parlato sia con il ministro degli Esteri israeliano Cohen che con il mio omologo egiziano Shukri e il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi, per auspicare un dialogo che porti a un abbassamento della tensione, e mercoledì sarò in visita ufficiale in Egitto per incontrare il presidente Al-Sisi. Contiamo molto sull’Arabia Saudita, sulla Giordania e sull’Egitto, quest’ultimo ha canali di comunicazione efficaci con Hamas, affinchè possano compiere un’opera di mediazione”. Poi un passaggio sull’Iran: Estremamente preoccupante vedere immagini in cui si fanno salti di gioia davanti al massacro di cittadini indifesi. Purtroppo non aiuta lo stallo del Processo di pace, né la percepibile crisi di consensi dell’Autorità palestinese ma pure di Hamas stesso presso i suoi cittadini”.