> > Israele, ondata di dimissioni scuote l'esercito: l'annuncio di Daniel Hagari

Israele, ondata di dimissioni scuote l'esercito: l'annuncio di Daniel Hagari

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Una serie di dimissioni ha colpito l'esercito israeliano a causa di profonde spaccature sulla gestione del conflitto

Secondo quanto riportato domenica dai media locali, diversi alti funzionari si sono dimessi dalla team del portavoce delle Forze di difesa israeliane a causa di questioni “professionali e personali“.

Ondata di dimissioni tra i portavoce dell’esercito israeliano

Il comandante in seconda della squadra di Daniel Hagari, Moran Katz, e molti altri funzionari di alto livello hanno presentato le loro dimissioni alla luce del conflitto di Gaza” ha riferito l’emittente israeliana Channel 14. Tra gli ufficiali che si sono dimessi ci sarebbe anche il generale Richard Heshit, portavoce dell’esercito per i media esteri. Lo stesso portavoce dell’IDF, Daniel Hagari ha deciso di lasciare la propria carica. Tra gli altri nomi citati da Channel 14 spiccano quelli degli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich. I rapporti israeliani degli ultimi mesi hanno messo in evidenza le profonde spaccature tra il governo di Benjamin Netanyahu e l’esercito in merito alla gestione della guerra e alla strategia da impiegare per l’amministrazione di Gaza una volta terminato il conflitto.

Israele diserta i colloqui per il cessate il fuoco

Domenica i rappresentanti di Egitto, Qatar e Stati Uniti si sono riuniti al Cairo per incontrare la delegazione di Hamas e discutere di una possibile tregua nella Striscia di Gaza. Sarebbero dovuti essere presenti anche i rappresentanti di Tel Aviv, che tuttavia ha deciso di non prendere parte al vertice in quanto il gruppo palestinese non aveva risposto alle richieste avanzate in merito agli ostaggi. L’emittente egiziana Al-Qahera News, collegata ai servizi segreti, ha fatto sapere che: “L’Egitto continua i suoi intensi sforzi per raggiungere una tregua prima del Ramadan“. Anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva dichiarato di sperare nel raggiungimento di un accordo entro l’inizio del mese sacro del digiuno.

L’appello dell’Onu

Secondo le Nazioni Unite, la guerra nella Striscia ha spinto l’85% della popolazione di Gaza a sfollare all’interno dell’enclave, in un contesto di grave carenza di cibo, acqua potabile e medicinali. I dati testimoniano che oltre il 60% delle infrastrutture è stato danneggiato o distrutto. Sale anche il timore per i bambini e i pazienti ricoverati nelle poche strutture sanitarie ancora operative. Sabato alcuni medici dell’ospedale Kamal Adwan di Gaza hanno fatto sapere che il numero di minori morti per disidratazione e malnutrizione nel nord è salito a 15. L’UNICEF ha quindi sollecitato “molteplici punti di ingresso affidabili” per consentire l’invio di aiuti umanitari.