Il verdetto è arrivato: Igor Tudor è stato esonerato dalla Juve. Dopo settimane di risultati deludenti e prestazioni sotto tono, la società bianconera ha deciso di interrompere anticipatamente il rapporto con il tecnico croato. La sconfitta contro la Lazio, terzo ko consecutivo, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La dirigenza, guidata da Damien Comolli, ha optato per un cambio immediato, convinta della necessità di dare una scossa a una squadra in piena crisi di risultati e identità.
Tudor, esonerato dalla Juve: fine di un’altra parentesi breve
La parentesi di Igor Tudor alla guida della Juventus si chiude ufficialmente dopo 218 giorni. Il tecnico croato, subentrato a Thiago Motta lo scorso marzo, è stato sollevato dall’incarico in seguito alla sconfitta con la Lazio all’Olimpico, la terza consecutiva per i bianconeri.
La decisione, maturata tra la notte e le prime ore del mattino, è stata comunicata dal direttore generale Damien Comolli, in costante contatto con Giorgio Chiellini e con l’approvazione di John Elkann.
L’ennesimo ko e un rendimento in costante calo – otto gare senza vittorie, quattro senza reti – hanno reso inevitabile l’esonero. Tudor lascia con un bilancio di tre successi, cinque pareggi e tre sconfitte tra Serie A e Champions League.
Il tecnico croato, dopo il match con la Lazio, aveva dichiarato a DAZN:
“Io non penso a me stesso, vivo nel presente, non mi importa nulla del mio futuro. Mi interessa fare quello che posso”, parole che oggi suonano come un addio annunciato.
Juve, esonerato Tudor: ecco chi sarà il nuovo allenatore
In attesa di definire il nuovo allenatore, la Juventus ha scelto una soluzione provvisoria per l’impegno di mercoledì contro l’Udinese: in panchina siederà Massimo Brambilla, attuale tecnico della Juventus Next Gen. Una scelta interna e immediata, dettata dalla necessità di non interrompere il lavoro in un momento cruciale della stagione.
Intanto Comolli e Chiellini sono già al lavoro per individuare il sostituto di Tudor: sul tavolo ci sono nomi importanti come Luciano Spalletti, Roberto Mancini e Raffaele Palladino.
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