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Kazakistan: al via la casatrazione chimica per i pedofili

castrazione chimica

Anche il Kazakistan introduce la castrazione chimica per i pedofili. L'iniezione conterrà un farmaco in grado di bloccare gli impulsi sessuali.

Il Kazakistan è pronta ad iniziare la castrazione chimica dei pedofili condannati in via definitiva. Il problema deve essere molto sentito nel Paese situato nell’Asia centrale, visto che il presidente Nursultan Nazarbayev ha stanziato quasi 23mila euro sufficienti per finanziare 2mila iniezioni nel 2018, da somministrare agli uomini che commettono reati sessuali contro i bambini. In effetti, gli stupri sui minori nel paese sono raddoppiati a circa mille l’anno nel periodo tra il 2010 e il 2014.

Castrazione chimica anche in Kazakistan

Il primo pedofilo a subire la castrazione chimica, introdotta nell’ordinamento del Kazakistan all’inizio di quest’anno, sarà un condannato nella regione del Turkestan. La castrazione chimica nell’ex repubblica sovietica consisterà in una “iniezione una tantum” ed ha come obiettivo quello di “impedire al pedofilo di commettere ulteriori violenze sessuali”. Gli scettici sostengono però che tale misura non sarà comunque risolutiva, anche perché a differenza della castrazione chirurgica quella chimica è considerata reversibile.

L’iniezione conterrà il ciproterone acetato, un farmaco ad azione anti-androgena, che blocca cioè l’azione del testosterone (e del suo metabolita attivo di-idrotestosterone) sui tessuti. Lo stesso componente è usato anche per combattere il tumore alla prostata.

Anche altri Paesi nel mondo adottano la castrazione chimica, scelta in alcuni casi dagli stessi condannati al posto della pena detentiva. Tra questi, Polonia, Corea del Sud, Russia, Australia e alcuni stati americani. Il leader della Lega e oggi vicepresidente Matteo Salvini è favorevole alla misura, che vorrebbe quindi introdurre nell’ordinamento italiano.