> > La strategia dello zar, ecco cosa vuole fare davvero Vladimir Putin

La strategia dello zar, ecco cosa vuole fare davvero Vladimir Putin

Vladimir Putin

A pochi giorni dalla data simbolica del 9 maggio la domanda è sulla bocca di tutti: cosa vuole fare davvero Vladimir Putin in ordine alla guerra?

La strategia dello zar nella guerra della Russia all’Ucraina e le aspettative sulla cronologia di un conflitto che non sarà affatto breve, ecco cosa vuole fare davvero Vladimir Putin ed ecco come, dal Donbass al Mar Nero fino al nuovo scacchiere geopolitico tutte le ipotesi sul campo sono state analizzate da alcune interviste raccolte dal Messaggero. Il cardine è che Donbass e Crimea saranno lo spunto per, “una nuova stagione di guerra fredda tra l’Europa allargata, democratica, alleata del Nord America, e una Federazione russa battagliera ma frustrata nelle ambizioni imperiali, forte dell’alleanza strategica con la Cina”.

Cosa vuole fare davvero Vladimir Putin

In punto di strategia il responsabile difesa del Daily Telegraph, Dominic Nicholls, ha detto: “L’unica prospettiva di Putin oltre il Donbass è quella di prendere il controllo della striscia lungo la costa del Mar Nero fino alla Transnistria, occupando Odessa. Operazione difficile ma possibile, finché non è stato affondato il Moskva. Senza una nave comando, che non si improvvisa, non si può fare nessuno sbarco a Odessa. Si sarebbe dovuta muovere da Ovest la 14a Armata dalla Transnistria, ma non si muoverà, l’avrebbe già fatto”. Il generale degli alpini Giorgio Battisti, già comandante del contingente italiano ISAF in Afghanistan, ha una sua opinione precisa: “Putin vorrebbe celebrare il 9 maggio con risultati concreti che sul terreno finora non ci sono stati, come prendere il controllo dell’intero Donbass”.

Il “rovesciamento retorico” del 9 maggio

Gli fa eco l’Institute for the Study of War, che prevede azioni militari russe in zona adiacente all’orbita Nato ma non “guadagni significativi di territorio, perché le forze russe non hanno preso una pausa operativa per ricostituire e integrare in modo appropriato le unità ritirate dal Nord-Est e da intorno Kiev”. A queste si aggiunge l’opinione di Francesco Strazzari, ordinario di Relazioni internazionali alla Scuola Sant’Anna di Pisa, per cui Putin per il 9 maggio potrebbe “tentare un rovesciamento narrativo o retorico. Il tipo di conflitto e l’assenza di un vero negoziato ci fanno pensare che questa guerra durerà, ma Putin cercherà di scrollarsi di dosso le atrocità e il ruolo di aggressore attivo, vorrà invece presentarsi come aggredito dopo aver raggiunto un obiettivo come la denazificazione e il controllo del Donbass”.

Guerra di attrito e nuovo “muro” in Europa

E Giampiero Massolo, ex capo del Dis italiano, ha chiosato: “Bisognerà vedere se Putin vorrà o, piuttosto, dovrà fermarsi al Donbass, non potendo andare oltre. È prevedibile una guerra di attrito che congelerà la situazione di fatto e potrà durare anni, una condizione che riproporrebbe lo schema della contrapposizione, un nuovo Muro in Europa”.