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L’anno termico sta per finire: cos’è e perché le bollette del gas aumenteranno

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Attraverso gli ultimi comunicati di Assium, l’associazione italiana degli utility manager, scopriamo insieme cosa significa tutto questo.

L’anno termico non combacia con quello solare, per questo è importante sapere che sta arrivando alla sua chiusura. Dal 1° ottobre, inoltre, le bollette del gas sono destinate ad aumentare. Attraverso gli ultimi comunicati di Assium, l’associazione italiana degli utility manager, scopriamo insieme cosa significa tutto questo.

Cos’è l’anno termico e perché sta per finire?

L’anno termico sta arrivando al momento della sua chiusura, in quanto non combacia con l’anno solare. L’anno termico comprende il periodo che va dal 1° ottobre al 30 settembre dell’anno successivo, a differenza di quello solare, che comprende il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre. È molto importante conoscere la differenza tra i due perché è proprio sulla base di quello termico che partono i nuovi contratti di fornitura del gas, argomento a cui è giusto prestare una particolare attenzione soprattutto in questo periodo.

Nei mesi di luglio e agosto, infatti, le aziende dovranno rinegoziare i termini dei contratti di fornitura del gas. Un momento davvero delicato, soprattutto ora che Gazprom ha “minacciato” tagli molto significativi sulla fornitura del gas verso l’Europa. L’anno termico 2022, dunque, sta per finire, aprendo un nuovo capitolo che al momento sembra essere davvero drammatico per quanto riguarda i costi del gas in bolletta.

Sarà un autunno di aumenti in bolletta

Sarà sicuramente un autunno “caldo” per quanto riguarda gli aumenti in bolletta, proprio come era già stato annunciato un anno fa. La scorsa estate, infatti, si era parlato di un autunno che avrebbe visto rincari davvero importanti nelle bollette del gas, proprio per via dell’aumento dei costi della materia prima e a causa di quella che viene chiamata “transizione ecologica”. Le già terribili previsioni di un anno fa sono decisamente peggiorate nel corso dei mesi, a causa dell’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, che sta significativamente peggiorando le cose.

Il tessuto industriale è quello più colpito. Avendo contratti con scadenze che si basano sull’anno termico ed avendo raggiunto il picco massimo dei prezzi, arriverà a trovarsi di fronte a pochissime offerte e pochissime opportunità di riuscire a negoziare un prezzo migliore. La conseguenza è un aumento molto elevato del rischio di chiudere solo contratti a prezzo variabile, visto che da diversi mesi gli operatori non offrono prodotti a prezzo fisso in quanto le garanzie finanziarie sono quintuplicate e le esposizioni al rischio di non riuscire a vendere le provviste di gas già acquistate sono sempre più alte.

L’importanza della figura dell’Utility Manager certificati

Esiste una parte delle imprese che ha deciso di anticipare i tempi e guardare al futuro, probabilmente grazie alla consulenza di ottimi Utility Manager certificati (in riferimento alla norma 11782 del 2020). Queste imprese, lo scorso anno, avevano scelto una strategia anticipata sui rinnovi per l’anno termico 21/22 e per questo godono ancora di prezzi che sono 3 o 4 volte inferiori rispetto a quelli attuali e della concorrenza. A livello di contratti di fornitura di energia elettrica la situazione non cambia tantissimo, se non per quanto riguarda le scadenze, ma sicuramente è stata un’ottima mossa pensare prima a come procedere. I rischi, però, rimangono gli stessi. In un contesto così delicato, dalle prospettive drammatiche, un Utility Manager, certificato e aggiornato, potrebbe rivelarsi essenziale per le imprese, sviluppando il piano budget delle utenze adeguato agli andamenti dei mercati, del conflitto e delle questioni legate alla transizione ecologica.

Ad esempio, in questa stagione, l’Utility Manager certificato può supportare l’imprenditore nella fase di revisione dei contratti, selezionando fornitori e individuando termini contrattuali più vantaggiosi Un professionista completo e certificato, promosso e tutelato all’interno dell’associazione Assium, che si batte per l’obbligatorietà di legge della certificazione (al momento su base volontaria) poiché solo attraverso un percorso di formazione e validazione di competenze oggettive, è possibile supportare efficacemente gli imprenditori, che ora, propria a chiusura dell’anno termico, vedono le proprie imprese legate all’oscillazione del costo della materia prima, al contesto bellico e soprattutto alla preparazione dei propri broker.