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Lasciata 15 ore in barella: muore in bagno per una caduta

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E' successo in un ospedale di Roma: la signora è stata lasciata 15 ore in barella, per poi scivolare in bagno e morire per l'urto

Una terribile vicenda quella capitata ad una signora di 72 anni, ricoverata all’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Giulia Riondino, questo il nome della vittima, era stata ricoverata per una colica renale, ma una volta portata in pronto soccorso è stata lasciata per 15 ore su un barella, costretta dunque ad alzarsi nonostante i dolori e ad andare i bagno da sola. Il risultato è stata una brutta caduta, che ha probabilmente causato la morte della donna.

Probabile caso di malasanità

La procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio colposo nei confronti dell’ospedale dopo l’accaduto a Giulia Riondino. Il 3 settembre la donna aveva cominciato ad accusare dei malori all’addome, ed era così stata trasportata dai figli al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio. Qui, dopo una prima visita, le era stato annunciato che le sarebbe stato applicato il catetere, e successivamente sarebbe stata trasportata in reparto. Al contrario di quanto comunicato alla famiglia però, il catetere non è mai arrivato, e la donna è stata costretta a passare 15 ore in corsia, su una barella.

Dopo tutte quelle ore, Giulia ha deciso di alzarsi autonomamente per andare in bagno, ma purtroppo la fortuna non ha giocato in suo favore: la donna è infatti scivolata, cadendo a terra. E’ stata ritrovata in una pozza di sangue tempo dopo, e a causa dell’emergenza i medici hanno deciso di trasferirla all’ospedale San Camillo, sempre a Roma. A nulla sono però serviti i tentativi di salvataggio, e la donna ha spirato dopo poco. La morte cerebrale è stata dichiarata ufficialmente dopo 48 ore. La notizia è stata riportata dal Messaggero, che ha raccolto le testimonianze dell’avvocato dei figli della pensionata.

Aperte le indagini

Un caso di evidente malasanità, su cui la procura di Roma ha già aperto le indagini, affidandole alla PM Clara de Cecilia. Non è ancora ben chiaro se la donna sia morta per non essere stata curata subito o se sia stata proprio la botta conseguente alla caduta a provocare un trauma cranico abbastanza grave da ucciderla. Le indagini per omicidio colposo sono comunque in corso, e presto verrà fatta luce sulla vicenda: Clara de Cecilia si è infatti premurata di prendere immediatamente visione delle cartelle cliniche della donna provenienti da entrambi gli ospedali in cui è stata prima di morire. Il problema della disfunzione ospedaliera affligge Roma da molto tempo, e questo è solo uno degli ultimi casi, per cui si spera verrà individuato un colpevole.