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Lavoro: petizione 'Salviamo il ceto medio', Federmanager apre le porte delle sedi

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Bologna, 23 feb. (Labitalia) - Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna aderisce all'open day promosso in tutto il Paese da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità alla quale aderisce. Il 28 febbraio 2024, dalle 10 alle 13, apre le porte dell'asso...

Bologna, 23 feb. (Labitalia) – Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna aderisce all'open day promosso in tutto il Paese da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità alla quale aderisce. Il 28 febbraio 2024, dalle 10 alle 13, apre le porte dell'associazione a tutti coloro che vogliono firmare la petizione 'Salviamo il ceto medio' usufruendo dell'assistenza degli operatori. Tre le sedi presso le quali recarsi, a Villanova di Castenaso, Bologna, in via Merighi 1/3, a Ferrara in via Armari 8 e a Ravenna in via di Roma 102, muniti del proprio indirizzo mail e delle credenziali per accedere alla casella di posta. Sempre possibile anche la sottoscrizione on line, collegandosi al link https://www.change.org/p/salviamo-il-ceto-medio.

"La petizione, lanciata da Cida nel novembre scorso sulla piattaforma Change.org -spiega il presidente di Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna Massimo Melega – si appresta a raggiungere il traguardo delle 50mila firme, che verranno presentate alla Presidenza del Consiglio, al Ministro dell’Economia e al ministro del Lavoro e chiede un trattamento più equo a livello retributivo, fiscale e pensionistico, oltre ad una intensa lotta all'evasione fiscale". Con l’apertura al pubblico di tutte le sedi delle Associazioni territoriali e nazionali delle Federazioni aderenti, la Confederazione Cida vuole evidenziare ancora una volta uno scenario che continua ad essere svantaggioso per coloro che rappresentano la fascia produttiva e motore dell’economia del Paese. La mobilitazione nazionale è volta a sostenere il potere d'acquisto delle pensioni, promuovere una maggiore equità fiscale, incrementare le risorse disponibili per le famiglie e le imprese e rafforzare il welfare pubblico.

Ecco le richieste nel dettaglio. Sostenere il potere d’acquisto delle pensioni: applicare la perequazione per scaglioni in base all’art. 34 comma 1 legge 448/98 e all’art. 69, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n. 388; dare trasparenza e consentire la reale sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico: separare in maniera contabile la previdenza dall’assistenza; dare maggiori opportunità di crescita retributiva: abolire il divieto di cumulo fra redditi e pensioni di qualsiasi tipo in applicazione dell’art. 19 del decreto-legge 112/2008. E ancora valorizzare i contributi previdenziali versati dai lavoratori: eliminare i tetti sulle prestazioni pensionistiche anticipate (Legge 92/2012 e art. 24 comma 11 DL 6 dicembre 2011 n.214): una maggiore equità fiscale: eliminare il meccanismo di riduzione progressiva delle detrazioni fiscali in relazione al reddito, individuato dall’art.1 comma 629 Legge 27 dicembre 2019, n.160; aumentare le risorse disponibili a famiglie e imprese: ridurre la progressività delle aliquote Irpef evitando disparità di trattamento fra le diverse categorie di lavoratori; rafforzare il welfare pubblico a sostegno di chi ha effettivamente bisogno: attivare una vera lotta all’evasione fiscale, utilizzando tutti i dati disponibili ed evitando i condoni.