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**Migranti: Mare Jonio resta ferma, giudice Ragusa rigetta ricorso legali ong'**

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Palermo, 24 apr. (Adnkronos) - Resta ferma la nave Mare Jonio, sottoposta a fermo amministrativo dopo lo sbarco a Pozzallo dei 56 naufraghi soccorsi in acque internazionali lo scorso 4 aprile. Lo ha deciso il giudice civile del Tribunale di Ragusa Claudio Mangioni che ha rigettato l'istanza dei...

Palermo, 24 apr. (Adnkronos) – Resta ferma la nave Mare Jonio, sottoposta a fermo amministrativo dopo lo sbarco a Pozzallo dei 56 naufraghi soccorsi in acque internazionali lo scorso 4 aprile. Lo ha deciso il giudice civile del Tribunale di Ragusa Claudio Mangioni che ha rigettato l'istanza dei ricorrenti. La scorsa settimana il comandante e l'armatore della Mare Jonio, assistiti dalle avvocate Lucia Gennari, Giulia Crescini e Cristina Cecchini, avevano presentato un ricorso urgente al Tribunale Civile di Ragusa contro l'applicazione della sanzione pecuniaria e del fermo amministrativo della nave, inflitto dal Governo. "Con questa iniziativa Mediterranea Saving Humans – avevano detto dalla ong – denuncia la falsa ricostruzione dei fatti che è stata proposta da sedicenti "autorità libiche" e chiede che la Mare Jonio sia al più presto liberata dagli effetti del Decreto Piantedosi".

Oltre al ricorso al Tribunale amministrativo contro il fermo definito "illegittimo", il team legale di Mediterranea ha annunciato anche un esposto penale "contro il governo libico, la cosiddetta guardia costiera libica e i miliziani che si trovavano a bordo della motovedetta 658 "Fezzan", e che hanno aperto il fuoco contro soccorritori e naufraghi nel tentativo di impedire le operazioni di soccorso, condotte in acque internazionali a quasi 100 miglia dalla costa libica".

Il giudice civile ha fissato la comparizione delle parti all'udienza del 9 luglio 2024. Per il giudice "non appaiono sussistenti i profili di periculum dedotti dai ricorrenti a sostegno dell’istanza cautelare". Il Ministero dell’Interno, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Economia e delle Finanze si sono costituiti lo scorso 22 aprile mediante l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, "chiedendo il rigetto dell’istanza cautelare". Il giudice ritiene che "deve essere rigettata l’istanza di sospensione dell’efficacia del provvedimento di fermo amministrativo, sotto il profilo del difetto del requisito del periculum in mora".

Per il giudice civile di Ragusa "non appaiono sussistenti i profili di periculum dedotti dai ricorrenti a sostegno dell’istanza cautelare". "Quanto all’allegata attività principale dei ricorrenti consistente nel monitoraggio del rispetto dei diritti umani in mare e nella tutela del diritto alla vita tramite la predisposizione di attività di soccorso – va evidenziato che la Mare Jonio è una motonave di bandiera italiana iscritta nei registri tenuti dalla Capitaneria di porto di Catania, che non è abilitata al servizio di salvataggio, bensì destinata al servizio di: 1) Rimorchio; 2) Rimozione dalla superficie del mare di oli minerali, conservazione, trasporto e discarica degli stessi; 3) Servizio Speciale: trasporto di carico solido uniformemente distribuito in coperta (carico max 1 t/mq) non scorrevole, in ragione delle caratteristiche strutturali e costruttive; questa destinazione si evince dal certificato di idoneità n. 2023/4838 rilasciato dall’Autorità Marittima di Trapani in data 07/09/2023", scrive ancora il giudice nel provvedimento.

Lo stesso giudice ribadisce che "si ha reiterazione della violazione quando, nei cinque anni successivi alla commissione di una violazione amministrativa, accertata con provvedimento esecutivo, lo stesso soggetto commette un’altra violazione" e che "ritenuto pertanto che il concetto di reiterazione della violazione implica l’accertamento con provvedimento esecutivo della precedente violazione, la quale deve dunque essere oggetto di una ordinanza-ingiunzione", per questi motivi rigetta l'istanza dei ricorrenti della Mare Jonio.

Dopo il fermo Luca Casrini, capo missione di Mediterranea aveva commentato: "Di fronte all'azione criminale della Guardia costiera libica che ha il compito non di soccorrere ma di deportare persone che tentano di scappare da situazioni terribili, di fronte ad un'azione di soccorso, il governo italiano sanziona la Mare Jonio, come recita il provvedimento perché è colpa della Mare Jonio se le persone sono fuggite dai loro carcerieri libici". Adesso il rigetto del ricorso e la Mare Jonio resta ferma.