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Ministro Abodi: capire la fiducia dei giovani per pianificare meglio

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Milano, 12 apr. (askanews) - "Appuntamento importante quello di oggi, la presentazione di questa indagine sulla fiducia dei giovani italiani. Secondo me è uno strumento fondamentale anche di pianificazione delle nostre attività, si combina molto bene con le valuazioni di impatto generazionale che ...

Milano, 12 apr. (askanews) – “Appuntamento importante quello di oggi, la presentazione di questa indagine sulla fiducia dei giovani italiani. Secondo me è uno strumento fondamentale anche di pianificazione delle nostre attività, si combina molto bene con le valuazioni di impatto generazionale che il Consiglio dei Ministri ha varato il mese scorso. Sono lo strumento di pianificazione, sono dei sensori che consentono di comprendere qual è lo stato d’animo dei giovani anche nella comparazione intergenerazionale per capire come orientare gli strumenti legislativi, le politiche relativamente ai temi della famiglia, del lavoro, della formazione, dell’accesso al credito, della salute, del benessere e della genitorialità, della casa”. Lo ha detto il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, a margine della prima rilevazione dell’Indice di Fiducia dei Giovani presentata alla presidenza del Consiglio.

“Sono tutti elementi ai quali dobbiamo dare una modalità di lavoro e di interfaccia che deve essere metodologicamente più strutturato. Questa ricerca in chiave dinamica va esattamente in questa direzione. Noi nel tempo, quattro o cinque volte all’anno saremo in grado di comprendere, anche sulla base delle scelte che facciamo, dei suggerimenti che ci arrivano, il livello appunto di percezione della fiducia e soprattutto lo strumento della partecipazione. Attraverso il Consiglio nazionale dei giovani, l’Agenzia italiana per la gioventù, la collaborazione con le regioni e le altre realtà che operano a livello giovanile, gli strumenti che noi abbiamo a disposizione, penso al servizio civile in tutte le sue forme, penso al progetto Rete con i suoi 7 hub che diventeranno 12, penso ai centri civici di comunità che diventeranno 400, noi avremo la possibilità di un rapporto costante con la fascia giovanile che va fondamentalmente dai 18 ai 35 anni, anche se ha poi delle sue disarticolazioni che cerchiamo di rendere omogenee, proprio per assumersi una responsabilità che è quella di favorire il ripristino di una relazione fiduciaria tra i giovani e le istituzioni”.