La tensione tra Israele e Iran si conferma altissima con una nuova ondata di attacchi missilistici incrociati durante la notte. Sirene di allarme hanno risuonato in diverse regioni di Israele, mentre l’Idf ha risposto con raid mirati contro obiettivi nella capitale iraniana, Teheran. Questo scambio di colpi rappresenta un’ulteriore escalation nel conflitto tra i due Paesi, aumentando il rischio di un allargamento delle ostilità nella regione.
Missili tra Israele e Iran, Khamenei: “La battaglia ha inizio”
Le Forze di Difesa israeliane comunicano che l’aviazione militare ha effettuato una serie di raid nella zona di Teheran. Nel frattempo, nel centro di Israele azionate le sirene d’allarme a seguito di un nuovo attacco missilistico proveniente dall’Iran. L’Idf ha invitato la popolazione locale a mettersi al riparo nei rifugi antiaerei. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, gli abitanti di Tel Aviv hanno segnalato esplosioni sopra la città.
L’Idf ha dichiarato di aver colpito diverse strutture dedicate alla produzione di centrifughe per il programma nucleare iraniano e impianti legati alla fabbricazione di armi. Tra i bersagli distrutti ci sarebbero stabilimenti per la realizzazione di materie prime e componenti utilizzati nell’assemblaggio di missili terra-terra, impiegati dall’Iran negli attacchi contro Israele, nonché siti destinati alla produzione di sistemi missilistici terra-aria progettati per abbattere velivoli.
“La battaglia ha inizio”, ha dichiarato la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, lanciando una minaccia chiara. Un post, tradotto da Iran International, recita “Ali ritorna a Khaybar”, richiamando la storica conquista di Khaybar da parte del primo imam sciita nel VII secolo. Questa è la prima presa di posizione pubblica di Khamenei dopo che Donald Trump ha chiesto la resa incondizionata dell’Iran, annunciando però per ora il rinvio di un’azione diretta contro l’ayatollah.
Intanto, Ali Khamenei avrebbe temporaneamente delegato parte dei suoi poteri esecutivi al Consiglio supremo dei Guardiani della Rivoluzione, secondo Iran International, media dell’opposizione in esilio. La decisione sarebbe dovuta alle difficoltà nel gestire il comando in tempo reale dal bunker dove Khamenei sarebbe stato trasferito con la famiglia. Nel frattempo, cresce il ruolo del figlio Mojtaba, indicato come possibile erede, secondo fonti occidentali.
Missili tra Israele e Iran, telefonata tra Trump e Netanyahu nella notte
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, secondo quanto riportato da Haaretz, ha avuto una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump mentre si trovava nel bunker per monitorare la situazione.
Nel frattempo, alcuni funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato al Wall Street Journal che Trump non ha ancora preso una decisione definitiva sull’eventuale coinvolgimento americano negli attacchi contro i programmi nucleari e militari iraniani.
L’ipotesi di un’azione militare è stata una delle opzioni valutate durante un incontro tra il presidente e il suo team per la sicurezza nazionale. Secondo quanto riportato, Trump spera ancora che la sola minaccia di un intervento possa spingere l’Iran ad accettare le richieste statunitensi nei negoziati sul nucleare. Tuttavia, non vi sarebbe consenso tra i consiglieri più vicini al presidente riguardo alla possibile partecipazione degli Stati Uniti all’operazione israeliana contro le infrastrutture iraniane, come riferito da CBS News.