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Musolino: “Accordi coi Paesi UE in base alle campagne vaccinali per far ripartire le crociere”

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Pino Musolino, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, in un'intervista a Notizie.it spiega come migliorare le potenzialità dei porti in vista della stagione crocieristica estiva.

Da dicembre 2020 alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro, Pino Musolino ci ha illustrato le sue idee per migliorare le potenzialità dei porti di Civitavecchia, Gaeta e Fiumicino anche in vista della stagione crocieristica estiva.

Intervista a Pino Musolino

Come sono stati questi primi mesi di gestione dei tre porti?

Sono stati mesi particolarmente difficili perché io sono arrivato il giorno dopo che il Comitato di gestione aveva bocciato il bilancio di previsione 2021 e ho trovato un ente in grossa difficoltà amministrativa. Abbiamo quindi dovuto concentrare le energie di questa prima fase nella ricerca di una soluzione operativa sia alle questioni di bilancio che a quelle amministrative che permettesse all’ente di funzionare. Entro il 22 aprile dovremmo aver risolto queste problematiche perché abbiamo operato un piano di risanamento molto puntuale che risponde anche ad una serie di sollecitazioni che nel corso degli anni erano venute da varie realtà vigilanti (Anac, Ministero, Corte dei Conti).
Da dicembre ad aprile abbiamo inoltre continuato a far fronte all’emergenza pandemica e dunque ad una riduzione del traffico con ovvie ricadute anche occupazionali sul territorio. Stiamo poi lavorando per ripartire in sicurezza con le crociere che già da fine gennaio hanno ripreso a Civitavecchia. Un elemento di grande orgoglio perché è stato uno dei primi luoghi al mondo in cui sono ripartite.

Che impatto ha avuto la pandemia sul traffico marittimo sia di merci che di persone?

Essendo Civitavecchia il primo porto crocieristico d’Italia ed essendo le crociere state azzerate, abbiamo registrato un calo tra il 98 e il 99%. Questo è stato dovuto anche al fatto che negli anni l’attività del porto si è concentrata solo ed esclusivamente sulle crociere e si è lavorato poco per costruire un’alternativa credibile sul lato delle merci, che ci sono ma al di sotto di quello che dovrebbe esserne il traffico. Il porto di Gaeta invece ha dimostrato una grande resilienza grazie al fatto che ne sono state rinnovate in maniera significativa le infrastrutture ed è posizionata nella parte più industrializzata del Lazio.

Come sono i rapporti con la Regione e il Governo? Avete ricevuto risorse proporzionate alle perdite subite?

Per il momento non abbiamo ancora ricevuto fondi così come la stragrande maggioranza dei porti. Le risorse che erano state previste dai vari provvedimenti succedutisi nel 2020 per far fronte alle difficoltà delle imprese portuali non sono ancora arrivate e le stiamo aspettando con una certa impazienza. La situazione è stata complessa per tutti e anche per il governo nazionale, ma noi iniziamo a sentire tutta la pressione e tutta la difficoltà che deriva da oltre un anno di mancati traffici.

Il PNRR destinerebbe 3 miliardi ai porti: ritiene che siano sufficienti? Come andrebbero investiti?

Se il PNRR deve rappresentare quell’elemento che oltre a rimettere insieme la nostra economia la trasforma e la proietta nel futuro (come suggerisce lo stesso nome “Next Generation UE”), per un paese che ha 8.500 km di coste ed è la seconda potenza manufatturiera d’Europa ma non ha una materia prima (e deve quindi dipendere dalle importazioni che avvengono attraverso i porti), credo che 3 miliardi su 209 siano una stima riduttiva. Sarebbe quindi opportuno ipotizzare una grande stagione nuova di finanziamenti agli scali portuali perché questi servono all’economia del paese. In una visione moderna di porto che non è più un mero snodo logistico ma un cluster di imprese, potrebbero essere dedicati alla sperimentazione delle nuove energie, all’innovazione e alla logistica.

Su cosa è improntata la sua gestione dei tre porti?

In generale sui tre scali vorrei impostare un lavoro improntato soprattutto sulla sostenibilità e sulla sperimentazione di misure legate ad una politica di porti green che ritengo siano uno degli elementi fondamentali. Da un lato per costruire l’accettabilità sociale da parte dei territori intorno al porto e dall’altro perché ha un valore economico aggiunto che potrebbe fare da volano ad altre attività. La produzione di energie rinnovabili o la realizzazione di parchi eolici offshore, per esempio, importerebbero l’utilizzo di metalmeccanici ad altissima preparazione che a loro volta potrebbero portare altre professionalità e via dicendo.

Rispetto alle proiezioni sui mercati credo che Civitavecchia possa poi rappresentare un porto rilevante di collegamento tra Italia e Nord Africa. Anche su questo stiamo cercando di lavorare vista la nostra posizione baricentrica nel Mediterraneo.

Quali sono le sue idee per migliorare le loro potenzialità?

Per quanto riguarda Civitavecchia l’idea di base è quella di stabilizzare la situazione amministrativa perché con una macchina che non funziona e un bilancio precario è molto difficile fare progetti. Abbiamo poi in mente una serie di infrastrutture che serviranno a rendere il porto più competitivo:

  • la darsena energetica grandi masse che dovrebbe rappresentare l’ultimo pezzo di sviluppo di questo porto, con la parte più a nord che dovrebbe vedere la realizzazione di una nuova banchina con un nuovo piazzale al cui interno dovrebbe poi posizionarsi un’area cantieristica;
  • il completamento del porto storico, ovvero la trasformazione di un pezzo di porto in marina di yatch aperta alla città che restituirebbe un livello di vivibilità promiscua tra essa e il porto;
  • il completamento della diga che protegge il porto e che ospita le crociere per aumentare la possibilità di ormeggio e il livello di protezione delle aree portuali;
  • il completamento dei collegamenti di ultimo miglio ferroviario e stradale che devono permettere una migliore entrata e uscita di merci e persone dal porto con un minor impatto sulla mobilità urbana del territorio circostante.

Quanto a Fiumicino puntiamo a iniziare a costruire il nuovo porto entro la fine dell’anno. Nel primo lotto funzionale il grosso della destinazione sarà tutto alla flotta peschereccia (quella di Fiumicino è la più grande di tutto il Lazio).

Infine su Gaeta abbiamo completato la fase di infrastrutturazione almeno della parte dei piazzali, ma ci sono una serie di attività che devono essere portate a termine. Vorremmo iniziare a darla in concessione a operatori terminalisti privati per poter massimizzare il più possibile le capacità aggiunte che abbiamo appena completato. Ciò che è più limitante in questo caso è la connessione stradale e ferroviaria: la ferrovia è infatti inutilizzabile e le strade sono principalmente urbane. Ciò rappresenta un grande limite allo sviluppo dei traffici del porto che invece sul lato mare si sta dimostrando particolarmente competitivo.

Quello di Civitavecchia è il primo porto per crociere del Mediterraneo: come pensa di gestire la stagione estiva da questo punto di vista? Ha in mente di stipulare accordi con altri paesi europei?

Dato che in questo momento le crociere che stanno ripartendo sono costrette a fare Italia su Italia, rispetto all’andamento della campagna vaccinale in paesi dell’UE vicini, sarebbe auspicabile allargare la possibilità di farle alla Spagna e alla Francia. Questo ci consentirebbe di avere più visitatori, di diversificare l’offerta e di mantenere più alta la movimentazione di navi e persone. Tutti fattori che andrebbero a vantaggio non solo dei porti ma anche delle compagnie di navigazione.

Spero che questa idea, che ho sottoposto al viceministro Teresa Bellanova durante la sua visita a Civitavecchia, venga accorta rapidamente perché sarebbe anche un bel segnale di ripartenza a livello europeo. In questo momento la crociera è infatti l’unico luogo in cui si può andare a bere un aperitivo alle 18 e cenare alle 22 in sicurezza, e dunque rappresenta una valida opportunità per tornare a fare tutte quelle attività che da un anno a questa parte ci sono state impedite.