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"Brigitte Macron, è nata uomo!": a Parigi inizia il processo per fake news e cyberbullismo sessista

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Brigitte Macron accusata di essere nata uomo sui social: a Parigi inizia il processo per fake news e molestie online contro la première dame.

Il cyberbullismo sessista e la diffusione di fake news contro figure pubbliche femminili rappresentano una nuova frontiera della violenza online. Brigitte Macron, moglie del presidente francese, è diventata negli ultimi anni bersaglio di una campagna virale di disinformazione, alimentata da teorie complottiste secondo cui sarebbe in realtà nata uomo.

Un caso simbolico contro la disinformazione e il sessismo online

Il processo assume un valore simbolico nella lotta contro la disinformazione digitale e la violenza di genere sul web. Brigitte Macron non è l’unica donna ad essere stata presa di mira: figure come Michelle Obama, Jacinda Ardern e Kamala Harris hanno subito campagne simili, in cui la misoginia e le fake news si intrecciano per screditare donne in ruoli di potere.

La vicenda rappresenta quindi un banco di prova per la giustizia francese, chiamata a stabilire fino a che punto la legge possa tutelare l’onore e la dignità delle donne anche nello spazio digitale, dove le informazioni false si diffondono rapidamente e con difficoltà di controllo.

“È nata uomo!”, la durissima reazione di Brigitte Macron: ecco la decisione

Oggi e domani, dieci persone compariranno davanti al tribunale di Parigi con l’accusa di cyberbullismo sessista nei confronti di Brigitte Macron, moglie del presidente francese Emmanuel Macron. Tra gli imputati figurano un professore, un pubblicitario, un informatico e una sedicente medium. Il procedimento scaturisce da una denuncia per diffamazione presentata dalla coppia presidenziale, dopo anni di diffusione online di false voci che sostenevano che la première dame fosse in realtà un uomo.

Le accuse riguardano la condivisione e la promozione di contenuti diffamatori sui social network, originati ai margini dell’estrema destra francese e poi amplificati da ambienti complottisti internazionali. La teoria, nata nel 2017, sfruttava anche la differenza di età di 24 anni tra i coniugi Macron, insinuando illazioni sulla presunta identità di genere di Brigitte.

Gli imputati, otto uomini e due donne tra i 41 e i 60 anni, sono accusati di aver diffuso, commentato o sostenuto tali contenuti, contribuendo a un’ondata di messaggi offensivi e discriminatori. Tra loro ci sono il pubblicitario Aurélien Poirson-Atlan, noto come “Zoé Sagan”, e la medium Delphine J., alias Amandine Roy. Lei sarebbe stata tra le prime a diffondere la falsa voce secondo cui Brigitte Macron, da nubile Trogneux, sarebbe in realtà suo fratello Jean-Michel Trogneux dopo un presunto intervento di cambio di sesso.

La Procura sottolinea come alcune affermazioni legassero la differenza d’età tra i Macron a presunti comportamenti pedofili, considerate “infamanti e sessiste” dai legali della parte civile.