> > Naufragio in Libia: 100 migranti dispersi, 16 sopravvissuti

Naufragio in Libia: 100 migranti dispersi, 16 sopravvissuti

barcone migranti

Il barcone affondato aveva a bordo, secondo le testimonianze raccolte dalla Guardia Costiera libica, circa 120 persone.

L’ennesima tragedia in mare si è consumata al largo delle coste libiche. Un barcone, con a bordo circa centoventi migranti, è affondato nelle acque a est di Tripoli. Sedici persone sono state soccorse e messe in salvo. Il bilancio è molto grave, dato i dispersi sono almeno cento individui. Tre bambini hanno perso la vita, conferma la Guardia Costiera libica. L’Unhcr, in un tweet, scrive che “trenta donne e settanta uomini sono morti dopo aver nuotato per un’ora prima che arrivassero i soccorsi“.

Naufragio in Libia: cento dispersi

I racconti dei sopravvissuti hanno aiutato a ricostruire la dinamica dell’incidente. Stando alle parole delle persone a bordo, l’imbarcazione sarebbe partita all’alba del 29 giugno da Garabulli, cittadina libica situata a circa cinquanta chilometri da Tripoli. La prima fase della navigazione procede senza particolari imprevisti ma questi mezzi sono prevalentemente di fortuna: dopo qualche ora in mare, si sente un’esplosione. Il motore prende fuoco e si scatena il panico quando il barcone si riempie d’acqua e inizia ad affondare. Alcune persone cercano di salvarsi aggrappandosi all’imbarcazione, che intanto sta colando a picco; altre si appoggiano ai barili di carburante caduti in mare. I pescatori al largo assistono al naufragio e avvisano la Guardia Costiera libica.

Porti chiusi alle navi Ong

Dopo che si era diffusa la notizia del naufragio, confermato dal portavoce della Marina libica Ayob Amr Ghasem, è arrivata la reazione di Medici Senza Frontiere: “Mare Nostrum cancellata, accordo trasferimento rifugiati incompiuto, confini europei chiusi, navi Ong bloccate. Politiche europee condannano le persone a rimanere intrappolate in Libia o annegare. E’ questa l’Europa che vogliamo?”, scrive l’Ong su Twitter. Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini rimane però su posizioni rigide circa le Ong e annuncia l’intenzione di emanare, ottenuto il parere favorevole dal Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, “una circolare che chiuda i porti non solo allo sbarco ma anche alle attività di rifornimento alle navi delle Ong, che sono indesiderate in Italia”.

tweet unhcr

I dati dell’Oim

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ha pubblicato un comunicato stampa, consultabile sul suo sito web, in cui ha fornito il numero dei migranti morti in mare nei primi quattro mesi del 2018: 619 persone sono decedute nel Mar Mediterraneo dal gennaio ad aprile di quest’anno. Riguardo al numero totale di coloro che sono stati accolti nel nostro paesi, il numero è, aggiornato al 7 maggio, di 9567 individui; un calo- registra l’Oim- del 76% rispetto al 2017, “quando i migranti soccorsi e arrivati in Italia furono 41165”. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni specifica che, pur essendo diminuiti la percentuale di persone morte in mare, è aumentata quella dei dispersi. Nel comunicato viene inoltre sottolineato il ruolo, sempre più attivo, esercitato dalla Guardia Costiera libica nelle operazioni di soccorso in mare e di successivo sbarco. “L’Oim ha sicuramente visto con favore il rafforzamento della guardia costiera di Tripoli, in quanto si sentiva la necessità della presenza di un sistema di soccorso efficiente in grado di soccorrere quelle imbarcazioni che si trovavano in difficoltà già dopo poche miglia dalla partenza”, si legge nella nota. Tuttavia, se il soccorso a pochi chilometri dalle coste merita un plauso, quello che avviene dopo il salvataggio deve essere vagliato con attenzione. “L’attuale sistema, nonostante recentemente si siano registrati numerosi passi avanti- precisa l’Oim- resta non accettabile in quanto i migranti sono ancora tenuti in detenzione”.