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Maturità 2026, approvato il Decreto: tutte le novità sul nuovo esame

Esame maturità

Esame Maturità 2026: il ritorno al nome tradizionale, prove aggiornate, orale su quattro discipline e focus su merito e condotta. Tutte le novità.

La scuola italiana entra in una nuova fase con l’approvazione del decreto n.127/2025, che rinnova l’esame di Maturità. La riforma ridefinisce prove, colloquio orale e valutazione della condotta, valorizzando esperienze formative ed extrascolastiche, con l’obiettivo di rafforzare merito, responsabilità e sicurezza nel percorso educativo degli studenti.

Nuovo esame di maturità, via libera della Camera al Decreto

Il Parlamento ha dato il via libera definitivo al Decreto Scuola n.127/2025, con 138 voti favorevoli, 91 contrari e 9 astenuti. Dopo l’ok di Senato e Camera, la legge di conversione sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale e il provvedimento entrerà ufficialmente in vigore.

Nuovo esame di maturità, via libera della Camera al Decreto: tutte le novità da conoscere

Tra le principali novità vi è il ritorno al nome “Maturità” per l’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione, abbandonando l’attuale denominazione di “Esame di Stato”. La riforma ridefinisce le modalità di valutazione: le due prove scritte restano confermate, mentre il colloquio orale diventa centrale, concentrandosi su quattro discipline individuate annualmente dal Ministero, includendo anche la verifica delle competenze in educazione civica e delle esperienze di formazione scuola-lavoro.

Per superare l’esame, gli studenti dovranno partecipare attivamente: il silenzio volontario durante l’orale comporterà la bocciatura. Le commissioni, ridotte a cinque membri, seguiranno una formazione obbligatoria, finanziata con 3 milioni di euro nel 2026 e 11 milioni annui a partire dal 2027. Il punteggio massimo resta 100, con possibilità di bonus fino a tre punti per chi ottiene almeno 90 punti complessivi.

Parallelamente, il decreto introduce strumenti per valorizzare il percorso scolastico: ogni diploma sarà accompagnato dal Curriculum dello studente, che raccoglie esperienze formative, attività extrascolastiche e progetti realizzati. Il voto di condotta assume un ruolo centrale: un 5 determina la non ammissione all’anno successivo, mentre chi ottiene 6 dovrà redigere una “prova di cittadinanza attiva” per compensare eventuali insufficienze comportamentali.

Il decreto prevede inoltre risorse straordinarie: 240 milioni di euro per il rinnovo del contratto scuola, 15 milioni per estendere l’assicurazione sanitaria integrativa al personale con contratto al 30 giugno, e 11 milioni annui per la formazione del personale docente e ATA. Anche la Carta del Docente viene estesa a precari e personale educativo, con utilizzo quadriennale e possibilità di acquistare titoli di viaggio.

La riforma interviene anche sul fronte della sicurezza e delle esperienze formative. Per le gite scolastiche sarà obbligatorio utilizzare mezzi con dispositivi di frenata assistita e conducenti qualificati, privilegiando qualità e sicurezza rispetto al criterio del solo prezzo. Le esperienze di alternanza scuola-lavoro assumono il nome ufficiale di “formazione scuola-lavoro” e non potranno includere attività ad alto rischio; inoltre, l’Inail estenderà la copertura anche agli infortuni in itinere.

Gli studenti che cambiano indirizzo nei primi due anni riceveranno supporto personalizzato e, nel triennio conclusivo, potranno sostenere esami integrativi in un’unica sessione prima dell’inizio dell’anno scolastico.

Sul fronte della continuità didattica, gli alunni con disabilità avranno la possibilità di confermare il docente di sostegno supplente per l’anno successivo, attraverso un coordinamento tra dirigente scolastico, insegnante e Ufficio scolastico territoriale. La proroga delle assunzioni su posti di sostegno e dei percorsi INDIRE garantisce continuità formativa anche per il personale specializzato.

L’intervento complessivo mira a rafforzare la responsabilità individuale, il merito e l’impegno degli studenti, promuovendo esperienze sicure e formative, valorizzando le competenze e incentivando il collegamento tra scuola, lavoro e comunità, con particolare attenzione alle isole minori e ai contesti territoriali svantaggiati.